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Intervista a Riccardo, componente del gruppo ‘The Aimers’

Riccardo è uno studente di quattordici anni, la cui grande passione è la musica. Fa parte di un gruppo, The Aimers e in questa intervista ci ha parlato della sua passione.

Com’è nata la tua passione per la musica?
Quando avevo nove anni ho frequentato un corso di musica a scuola ed era bellissimo, cantavo anche perché ero già intonato e quindi mi sono appassionato tantissimo, anche grazie all’insegnante finalmente ho convinto i miei genitori e ho cominciato un corso  di pianoforte.

Tu hai un gruppo, The Aimers, come vi siete conosciuti e com’è nato il nome del gruppo?  
Allora, ci siamo conosciuti verso Natale sempre alla mia accademia musicale, abbiamo suonato insieme “The Scientist”  dei Coldplay ad un aperitivo e da lì abbiamo iniziato a suonare autonomamente, vedendoci la sera anche tardi. Il nome, invece, nasce dal verbo francese Aimer, noi lo abbiamo “inglesizzato”, con il suffisso –er sarebbe “coloro che amano”, ma tradotto letteralmente in inglese significa “coloro che puntano ad un obiettivo”.

Pensate che i talent, come “Lasciatemi Cantare” a cui avete partecipato, siano una buona piattaforma di lancio per musicisti emergenti?
Pensiamo che i talent come “Lasciatemi Cantare- the Euroma2 music talent show” siano delle ottime occasioni per imparare soprattutto, non tanto per “lanciare” le persone perché alla fine, comunque, come in tutto il mondo e in tutti i campi ci sono sempre persone favorite e persone meno favorite, però questi penso talent siano molto utili per l’apprendimento di conoscenze che magari non si hanno solo studiando, suonando insieme davanti a quattro gatti, perché comunque insegnano anche dal punto di vista emotivo e dell’arrangiarsi con gli strumenti.

Come gruppo, pensate che tutto questo rimarrà solo un hobby o volete renderlo di più?
Io penso che la mia passione per la musica rimarrà solo una passione e non proprio un hobby, non so se definirlo tale, ma qualcosa di più, che non sia solo un passatempo; per definire chi vorrei essere in musica si utilizza il termine dilettante, che non ha un’accezione negativa, ma è utilizzato per indicare che sa la musica, che la saprebbe tanto quanto un professionista, ma che la sfrutti solo in maniera piacevole, per sfogarsi e liberarsi, per creare un mondo proprio, come se ci si sentisse in un proprio mondo ogni volta che si suona o si canta. Questa è la mia opinione, ma il batterista l’anno prossimo entrerà nel conservatorio e farà batteria, il chitarrista invece è ancora al liceo e ha più o meno la mia età, ma penso che nemmeno lui lo voglia fare come professione.

Avete intenzione di fare solo cover o di scrivere anche vostri pezzi?  
I nostri insegnanti ci hanno detto che per andare avanti nella musica bisogna necessariamente scrivere propri pezzi e per ora avremmo intenzione di iscriverci all’Associazione per i diritti d’autore (CAE) e il batterista sarebbe il paroliere, ovvero colui che scrive i testi, mentre io e il chitarrista i musicisti, ovvero chi arrangia la canzone, che sono le due figure della CAE. Ovviamente ci dovremo vedere una volta a settimana, infatti martedì prossimo ci rincontreremo e parleremo delle canzoni e il batterista ci farà sentire dei testi, perché appunto già ha scritto molti testi e poesie. Vorremmo scrivere, ma senza smettere di fare cover.

Quali sono gli artisti da cui prendete più ispirazione o che favorite da coverizzare? 
Per ora abbiamo preso soprattutto British Pop, quindi abbiamo fatto cover degli Oasis (che abbiamo portato al talent), i Coldplay, Green Day, Shawn Mendes, poi vorremmo fare qualcosa di Ed Sheeran. Non prendiamo ispirazione da una band, per ora abbiamo fatto solo cover e più avanti continueremo e faremo anche musica italiana.

Di Irene Maira, Liceo Classico F. Vivona