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Lottare contro la mafia. Il magistrato Sabella parla con i ragazzi del liceo Democrito

 

Noi ci illudiamo che la mafia sia quella patinata, delle riviste o dei film, ma ciò ci restituisce una visione etica della mafia. Si sente spesso la storia della mafia morale, ma quando la mafia prende il sopravvento, lo Stato non funziona.” Sono queste le frasi che riporta il magistrato Alfonso Sabella al liceo Democrito di Casal Palocco, davanti a numerose classi e docenti. La conferenza a cui hanno assistito gli studenti è stata estremamente interessante, il magistrato ha raccontato numerosi avvenimenti legati al mondo mafioso, gli omicidi perpetrati con efferatezza e crudeltà e le violazioni alle leggi del nostro paese. Infatti, quando la mafia esiste e agisce, è perché lo stesso Stato non funziona correttamente; la burocrazia, come affermato dallo stesso Sabella, spesso ostacola numerose riforme, rendendo complicata ed inutilmente lunga anche una trattativa per tappare le buche sul ciglio stradale. La mafia è stata per alcuni cittadini l’unico partito su cui contare. In città come Alcamo e Corleone, luoghi che lo Stato ignorava, gli unici a garantire “protezione” erano i mafiosi. Furono infatti i mafiosi a “proteggere” l’onore della giovane Franca Viola, imponendo il matrimonio riparatore con l’uomo che l’aveva violentata, figlio di una grande famiglia di stampo mafioso. L’onore di Franca fu protetto dalla stessa disonorata: ella rifiutò il matrimonio, prima fra tutte le donne italiane ed accettò l’emarginazione dei concittadini sicelioti, che non comprendevano il suo rifiuto ad un ulteriore e supremo abuso. Alfonso Sabella conosce bene le storie dei “martiri della mafia” , di coloro che pagarono con la vita il sottrarsi ad un’ enorme pestilenza che inquinava i loro paesi , le ha raccontate ai ragazzi. Si è soffermato in particolare su quello che è per lui “una vittima sottovalutata, don Pino Puglisi , parroco di un sobborgo povero e malfamato di Palermo , che ha dedicato la sua vita a raccogliere giovani scapestrati e non seguiti e a costruirgli un luogo dove poter vivere con l’innocenza che si addice a dei bambini. Don Pino venne ucciso il giorno del suo 56esimo compleanno, il 15 settembre 1993, ma il suo esempio è stato seguito da molti che come lui hanno dedicato la vita alla lotta alla mafia, e fra la grande massa, vi è anche Alfonso Sabella. Ma come si combatte la mafia? Come possono i semplici ragazzi lottare contro la criminalità organizzata? “Rispettando le leggi” dice Sabella, perché “quando lo stato funziona , la mafia non sopravvive”.

Gabriele Luca Cocco