L’Energy Observer e il viaggio ecologico

Il giro del mondo in 80 giorni; il concetto è quello, ma più di un secolo dopo. È sempre una scommessa a muovere i viaggiatori e, come pensò Jules Verne, lo scenario è quello del viaggio interminabile e ricco di tutti i colori del pianeta. C’è un’eccezione: non ci saranno limiti di tempo. Del resto, la scommessa è quella di far viaggiare un catamarano per sei anni attorno al globo senza che emetta alcun gas di scarico.
Energy Observer è il nome del protagonista: un’imbarcazione ecologica al 100% pronta a navigare in ogni mare e ad attraccare in ogni porto senza inquinarne uno. Destino vuole che la nave in questione sia la nuova versione dell’Enza New Zealand, lo storico catamarano che nel 1994 vinse proprio il premio Jules Verne circumnavigando il globo in 74 giorni.
Stavolta, però, è tutta un’altra storia.
Il progetto è stato ideato dalla Cea-Liten con il francese Nicolas Hulot e l’UNESCO e prevede che l’Energy Observer arrivi a toccare il suolo di 50 paesi in 101 porti, affidandosi al vento, al sole e, in particolar modo, al sistema di propulsione a idrogeno. L’innovativo catamarano, infatti, sviluppa la sua potenza desalinizzando l’acqua marina, scomponendola attraverso un elettrolizzatore in ossigeno e idrogeno e, dopo aver ridistribuito l’ossigeno nell’aria, accumulando l’idrogeno in speciali serbatoi. Questo verrà poi in parte usato per il calore da redistribuire nella nave e in parte per sostenere i due motori a propulsione elettrica. Addirittura – come sostiene Jerome Delafosse, esploratore membro dell’equipaggio – l’Energy Observer non userà “gas neppure per cucinare. Al posto della bombola avremo piastre in vetroceramica”.
La rotta prevede una partenza dal sicuro Mediterraneo – più precisamente a Saint-Malò, Francia – per poi spingersi verso i mari del Nord e affrontare l’Atlantico, il Pacifico e attraversare Asia, Oceania, Africa e Medio Oriente. Molti saranno i luoghi toccati dall’imbarcazione allo scopo di diffondere il messaggio forte e chiaro della spedizione: l’energia pulita si può fare! Ovviamente un viaggio colossale a bordo dell’Energy Observer implica costi non irrisori, che sosterranno un’agenzia di assicurazioni e una catena di alberghi già impegnata nel mondo dell’impatto zero.
La scommessa è fatta, il piano è chiaro e definito e nulla sembra poter impedire la buona riuscita della missione. Inoltre, a differenza della vicenda Verniana, in questo caso la sfida ha un fine più che nobile: come afferma il capitano della spedizione Victorien Erussard, ”L’Energy Observer sarà il simbolo di una transizione energetica possibile, esploreremo gli oceani senza lasciare tracce inquinanti dietro di noi”.
Quindi tutti con gli occhi puntati a Saint-Melò ad aprile quando il giro del mondo sarà di quelli che lasciano tracce indelebili nel pensiero e nella storia umana senza lasciarne sul mondo.
Andrea Ceredani