Essere un adolescente ai tempi del Covid

L’adolescenza, un periodo di vita in cui avvengono le prime esperienze, in cui si costruisce la propria identità, in cui si sente di avere il mondo in mano nei momenti felici e di aver perso tutto nei momenti tristi. In questa fase si cresce, maturano le opinioni e la conseguente visione del mondo. Ma cos’ha provato la maggior parte degli adolescenti in questo difficile anno, segnato dalla pandemia del covid-19?

Quando si è sentito parlare di coronavirus per la prima volta, nessuno si sarebbe mai immaginato quello a cui saremmo dovuti andare incontro nel corso del 2020, tanto che, noi adolescenti, scherzavamo al riguardo, non prendendolo come una cosa seria e ignorando il problema. Tuttavia, ogni cosa ha iniziato a cambiare nel momento in cui è avvenuto il lockdown: da lì niente è stato più come prima. La vita di noi ragazzi, abituati ad uscire tutti i giorni, incontrare i nostri amici e familiari, è stata, per la maggior parte dell’anno, confinata in casa.
Ormai, dopo mesi e mesi, questa situazione ci sembra normale, anche se non dovrebbe, abbiamo passato un anno in cui si è scoperto un nuovo mondo, molto più buio, caratterizzato dall’odio e dalla sfiducia, ma soprattutto noi giovani ci siamo sentiti spogliati di tutte le libertà individuali e, per la prima volta, abbiamo avuto a che fare con qualcosa di molto più grande.

Inizialmente niente pesava così tanto perché non ci eravamo ancora resi conto di quanto tempo avremmo realmente dovuto passare lontani dalle persone importanti come amici e parenti. D’improvviso un piccolo sentimento di malinconia ha iniziato a insediarsi dentro di noi e tutte le piccole cose che rendevano ogni giorno sulla terra così speciale, le apprezzavamo sempre di più: il sorriso di un amico, l’abbraccio di una nonna, vedere ogni giorno i propri compagni di scuola, cose scontate fino a quel momento, ma che ora non lo sono più.

Costretti ad una routine infinita, molti giovani si sono imbattuti in stress, ansie ed attacchi di panico, dovuti all’incertezza del futuro, alla scuola e a tutti i mostri interni da combattere, che si sa, non sono facili in questo periodo della vita. In tutto l’anno, infatti, si è registrato un aumento di casi di depressione tra gli adolescenti che, rassegnati e pieni di tristezza, cercavano di non dare troppo peso ai pensieri e di riempire in qualche modo le loro giornate, le quali, a detta di molti, non avevano uno scopo. Quando non si era oberati di lavoro a causa delle videolezioni, era possibile dedicare del tempo a sé stessi, anche se molti non vedevano vere opportunità di svago dentro casa, quindi il telefono ha rappresentato e rappresenta un modo per noi giovani di estraniarci dalla realtà quotidiana e dai problemi correnti. Presi dallo sconforto e dalla noia, questi “tempi morti” abbiamo iniziato a trascorrerli in modo crescente sui social network. Nell’ultimo anno, ad esempio, l’applicazione Tik Tok ha spopolato in tutto il mondo, soprattutto in quello degli adolescenti; essa si potrebbe definire “un’arma a doppio taglio” dato che è sia una piattaforma per sfogarsi, ma che in qualche modo influenza le persone a creare delle insicurezze che prima non esistevano. Sono nati dei canoni di bellezza ideali che hanno portato molti giovani, soprattutto ragazze, a non vedersi più come prima e a non accettarsi.

Essere un adolescente non è facile, soprattutto in tempi come questi, in cui siamo sottoposti ad una continua pressione sociale dovuta al fatto che noi giovani veniamo visti come gli “untori” e in cui ansie, paure e preoccupazioni per i propri cari e per il futuro regnano sovrane.
Stare così distanti dalle persone ha aiutato sicuramente noi ragazzi a maturare e a prendere più coscienza di noi stessi.

Quest’anno ci ha tolto tutto e insegnato molto; sento dire ai miei coetanei quanto ora la vita sia limitata e quanto quella di prima manchi loro ed io ogni giorno mi chiedo se mai tutto ritornerà come prima o se questo cambierà le cose per sempre. Sento che i giorni e i mesi mi stanno scivolando tra le dita e non potrò più riaverli, sono persi per sempre, niente e nessuno me li restituirà.

Alessia Mazzini 3AL