Io vecchio cavallo, ricordo…

Ricordo ancora quando ero un giovane cavallo, bellissimo, distinto dagli altri per la mia macchia a forma di stella bianca sulla fronte e per il mio colore nero che gli altri non avevano, dato che erano tutti biondi. Si, dei bellissimi lipizzani, ma questo non mi rendeva inferiore, anzi, ero considerato il capo e tutti mi stavano dietro. Ricordo quel giorno d’estate: stavo correndo nelle praterie insieme ai miei compagni, quando ci ritrovammo di fronte degli strani esseri; all’inizio non riuscivo a capire cosa fossero, ma poi capii quando mi ricordai le parole di un mio amico che mi aveva raccontato di quando casualmente si era ritrovato davanti questi cosi: gli umani. Infatti ripensando alle caratteristiche che mi aveva elencato sembravano proprio loro. Li riguardai attentamente. Volevo conoscerli, ero curioso di sapere come fossero . Allora iniziai a correre per cercare di raggiungerli e,seguito dai miei compagni, arrivai da loro. Erano stupiti e affascinati. La maggior parte della gente ci accarezzò. Per fare bella figura iniziammo a darci le arie alzandoci in piedi su due zoccoli. Però interpretarono male questo nostro gesto e per paura che noi potessimo far male a qualcuno, ci rinchiusero in recinti. Non potrò mai levarmi dalla testa il pianto dei bambini spaventati. Cosa avevamo fatto di male?
Da quel momento iniziai ad odiarli e ogni volta che li vedevo cambiavo strada. Poi però un giorno grazie alle parole dei miei compagni pensai che la dovevo far finita con quest’odio che avevo verso di loro. Iniziai a galoppare fino a che arrivai in un parco pieno di bambini. Aspettai alcuni minuti fermo, senza fare niente. La gente attorno sorrideva. Poi a un certo punto arrivò un bimbo bellissimo, piccolo, avrà avuto due anni. Mano nella mano con la mamma vennero da me. Il bimbo mi accarezzò dicendo anche delle parole incomprensibili. Capii allora che qualcuno mi voleva bene. Dopo si avvicinarono molti altri bambini. Piacevo!
La mia idea su di loro cambiò! Ormai mi ero affezionato e…quel loro gesto, ricordo che mi emozionò. Ora ogni giorno vado in quel parco ed è sempre una gioia.

Beatrice Sorgente 2b i.c. Alberto Sordi