Blue Whale: tra il gioco e la vita

Il gioco virtuale alla base del suicidio

Il fenomeno della “Balena Blu”, maggiormente conosciuto con il nome originale “Blue Whale” è oramai diffuso e conosciuto in tutto il continente. Si tratta di un “gioco” la cui analogia è strettamente legata alla vita della Balena, animale che, in un determinato periodo della sua vita,raggiunge il culmine della tristezza, tale da arrivare al suicidio. Questo animale viene per l’appunto nominato più volte nel corso del gioco, che sembra nato con l’obiettivo di spingere il giocatore ad odiare la propria vita invogliandolo al suicidio, distruggendolo così psicologicamente e fisicamente.

Il giocatore ha il dovere di seguire ben 50 regole imposte da un curatore, un uomo che si preoccupa di verificare che le azioni assegnate vengano commesse.

Tra le azioni da compiere possiamo per esempio trovare “procurarsi tagli profondi sul braccio” o “sedersi sul cornicione di un palazzo molto alto”, regole che, a vista d’occhio, risultano altamente spaventose e angoscianti allo stesso tempo.

Questo fenomeno ha colpito maggiormente la Russia, ma in tutto il mondo si possono già contare circa 157 vittime, tutti adolescenti. Oggi l’Unione europea, venuta a conoscenza della pericolosità del “Blue Whale”, si sta occupando di denunciare il fenomeno, allo scopo di informare i giovani sul fatto. Presa visione della situazione, le varie nazioni colpite hanno preso provvedimenti, portando già all’arresto di un curatore, Ilya Sidorov, 26 anni,Di Mosca, e il fondatore stesso, Philipp Budeikin studente universitario di 22 anni.