Liliana Segre, testimone di un paese che non dimentica.

In occasione dell’anniversario della giornata per la Memoria il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nomina  la  donna sopravvissuta all’Olocausto,  senatrice a vita.

Il 27 gennaio si tiene, in Italia, la giornata per la Memoria, una ricorrenza internazionale celebrata ogni anno per commemorare le vittime dell’ Olocausto. In quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa, impegnate nella offensiva Vistola-Oder in direzione della Germania, liberarono il campo di concentramento di Auschwitz. Dei 776 bambini italiani deportati ad Auschwitz una era proprio la piccola Liliana, una tra i soli 25 bambini sopravvissuti, e con un marchio indelebile 75190, il numero di riconoscimento sull’avambraccio.

Dopo 45 lunghi anni Liliana è riuscita a “rompere il silenzio” sulla Shoah, a farsi coraggio, per non cadere nel rifiuto del passato,  come , invece,  è accaduto a molti sopravvissuti. Era solo il 1990 quando incominciava a raccontare, incontrando generazioni di studenti e professori, in scuole, conferenze. Da allora non si è più fermata , nella speranza che “almeno uno di quelli che hanno ascoltato questi ricordi di vita vissuta li imprima nella sua memoria e li trasmetta agli altri, perché quando nessuna delle nostre voci si alzerà a dire ‘io mi ricordo’ ci sia qualcuno che abbia raccolto questo messaggio di vita “. Messaggio di vita che viene portato con tutta la forza di chi la vita la vede come un dono, “scegliere la vita” ha ribadito agli studenti in una delle sue prime uscite da parlamentare.

Oggi è la prima parlamentare a vita nominata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella“. Così l’ ottantottenne Liliana Segre entra a Palazzo Madama “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo sociale”, per aver fatto del proprio passato un monito per il futuro.

“Non ho mai fatto politica attiva e sono una persona comune, una nonna con una vita ancora piena di interessi e di impegni.- afferma la Segre- Certamente il presidente ha voluto onorare, attraverso la mia persona, la memoria di tanti altri in questo anno 2018 in cui ricorre l’80esimo anniversario delle leggi razziali”.
“Ci indicherà il valore della memoria” rimarca il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. E sono in molti a dire che il Capo dello Stato ha interpretato con questa scelta il sentimento della Nazione. Quella nazione che non vuole dimenticare, che vede nel ricordo uno degli elementi fondanti del proprio essere. Perché, come dice la Segre, se ogni tanto qualcuno sarà candela accesa e viva della memoria, la speranza del bene e della pace sarà più forte del fanatismo e dell’odio”.