Io, Internet e ciò che non si dice

Ricordo che Internet ha bussato alla mia porta con la falsa superficialità esterna di un venditore carismatico con in testa solo il guadagno. Ecco, mi affascinava: insomma, un ragazzo piccolo e ingenuo del mondo come me non poteva che rimanere abbagliato dall’immensità di tale piattaforma; ogni parola digitata mi gettava ‘in pasto’ a miliardi di informazioni. Capii quanto le parole fossero potenti e quanto smuovessero la mia squallida quotidianità ripetitiva.
Le primissime volte venivo scortato in questo impero digitale dai miei genitori, ed ancora Internet mi pareva come il raro svago scoppiettante col quale potevo guardare le repliche dei miei cartoni animati preferiti. Poi sono entrato nell’età in cui divieni consapevole del mondo che ti circonda, l’innocenza dell’infanzia si frantuma, ed insieme a ciò, si è rivelato anche il lato oscuro di Internet, che si era nascosto silenziosamente alla presentazione, scivolando sotto ai miei occhi meravigliati.
Internet mi aveva nascosto un intero mondo, parallelo a quello acculturato delle informazioni, fondato su un semplice e crudele principio: il dolore della parola. Fino ad allora, protetto dallo scudo inconsapevole del mondo dei bambini, avevo visto la parola solo sotto la sua luce positiva: la parola bella, che adoperi e modelli per inventare storie, frasi ed emozioni. Con il mio approdo nell’adoloscenza ho capito che quando i ‘saggi’ adulti definivano la parola l’arma più potente avevano ragione in tutti i sensi. Internet presto è diventato, sotto forma dei social network (che io ripudio per principio), il bazar nero delle pugnalate ad alta definizione, sferrate codardamente da dietro degli schermi luminosi, che fungono da maschere che celano le vere personalità.
Non vorrei sembrare troppo pessimistico sulla questione, ma il mio spirito critico mi vincola perennemente a vedere le cose sotto una pesante luce negativa. Diciamocelo, Internet ci consente di approdare alle molte sfaccettature di un argomento, ma se risaltiamo solo il lato positivo, occultiamo la realtà, nascondiamo la verità pur di credere di vivere in un mondo perfetto. E purtroppo non è così, ed il mio compito questa volta è stato quello di dar voce al lato oscuro di Internet, che striscia anonimo nella nostra indifferenza.
Federico Spagna – Classe 3C