Chi ha naso ha anche una buona memoria

Un’ipotesi sempre più forte e insolita, la cosiddetta “Ipotesi spaziale olfattiva” è fondata sull’idea che la capacità di muoversi nei luoghi circostanti e di ricordarli siano strettamente legati all’olfatto. È questa l’ipotesi di uno studio pubblicato su “Nature Communication”, che ritiene e dimostra che l’abilità nel ricordare luoghi e lo spazio sia direttamente proporzionale alla spiccata capacità di riconoscere gli odori.
L’olfatto quindi viene associato ad un gps, ci aiuta a orientarci e a guidarci nell’ambiente che ci circonda come mostra infatti il team di Veronique Bohot della McGill University di Montreal: l’olfatto può funzionare come gps ma varia a seconda dei diversi mammiferi presenti sulla Terra i quali hanno una grandezza del bulbo olfattivo variabile a causa della grandezza dell’ippocampo, parte del cervello situato nel lobo temporale che svolge un ruolo importante nella trasformazione della memoria a breve termine a quella a lungo termine e alla navigazione spaziale.
Ancora non è ben chiaro questo legame, per questo Bohot e colleghi hanno condotto una serie di esperimenti: i 57 volontari arruolati per lo scopo dovevano muoversi all’interno di una città virtuale e dopo di ciò avrebbero dovuto cercare di ricordare i vari percorsi tra i diversi luoghi scelti, quindi ‘sniffare’ 40 odori diversi misurando la loro abilità nel riconoscerli.
Invece gli scienziati analizzando le risonanze magnetiche per immagini del cervello, hanno di fatto scoperto che i più abili ad identificare gli odori condividevano le caratteristiche anatomiche ovvero erano coloro che avevano un’aria destra dell’ippocampo più grande e una corteccia mediale orbitofrontale più spessa. L’area destra dell’ippocampo infatti è danneggiata ed è per questo motivo che la maggior parte delle persone hanno delle difficoltà nel ricordarsi luoghi e ambienti che hanno visitato in passato lungo la strada della loro vita. Si può quindi evidenziare il fatto certo che è la prima volta nella storia in cui viene dimostrato un rapporto stretto tra olfatto e memoria spaziale negli esseri umani.
Rachele Nigi / Liceo Classico Galileo