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Musica e sostenibilità: quando i concerti tutelano l’ambiente

L’impatto ambientale degli eventi musicali e gli artisti che lo salvaguardano

L’organizzazione dei concerti ha sempre avuto e tuttora comporta un forte impatto sull’ambiente, ciò che causa maggiore inquinamento sono i mezzi di trasporto usati dagli artisti e quelli per trasportare l’attrezzatura necessaria, le enormi quantità di rifiuti prodotti dal pubblico, il volume alto della musica e le luci, che comportano rispettivamente inquinamento acustico e luminoso.

In questi anni però molti artisti hanno cercato di trovare una soluzione per questa problematica, tra questi vi sono Jovanotti e Ligabue, che hanno cercato di compensare il consumo di energia e il materiale promozionale dei concerti attraverso vari progetti di rimboschimento. Anche a Napoli, domenica 27 ottobre 2019 presso il Parco Sommerso di Gaiola, si è svolta l’iniziativa «RiPercussioni Marine», con l’obiettivo di sensibilizzare i cittadini rispetto ai rifiuti riversati in mare e quindi alla tutela dell’ambiente marino. Dopo una mattinata di pulizia della spiaggia, della scogliera e dei fondali da parte del gruppo subacqueo dell’Amp e dei volontari, un concerto di percussioni è stato tenuto da Maurizio Capone e il suo gruppo Capone&BungtBangt, che ha “suonato” parte dei rifiuti ingombranti raccolti nell’Area Marina Protetta durante il periodo estivo, come bidoni e boe utilizzati dagli allevamenti di cozze, copertoni di auto e camion, cassette di polistirolo e molto altro.

Queste numerose iniziative ecosostenibili, purtroppo non sono considerabili del tutto sufficienti. Un sondaggio europeo tenuto da “La Repubblica” dimostra che il 50% dei visitatori sarebbe disposto a pagare un prezzo più alto del biglietto se questo potesse contribuire a ridurre l’impatto ambientale dell’evento, il 71% del pubblico potrebbe raggiungere il luogo dell’evento con i trasporti pubblici se ciò fosse incluso nel costo dell’entrata, l’86%, se fossero disponibili gli appositi contenitori, farebbe la raccolta differenziata, infine il 43% ammette di aver cambiato il proprio atteggiamento quotidiano rispetto all’ambiente in seguito a iniziative e proposte sperimentate in occasione di grandi eventi musicali.

Questo sondaggio ci fa però domandare quanto l’Italia sia pronta a impegnarsi il più possibile nella sostenibilità dei concerti. Rispetto al resto dell’Europa, infatti, in Italia la raccolta differenziata spesso non viene rispettata ed attuata dalla popolazione; il trasporto pubblico, in particolare quello notturno, in molte città è poco o affatto efficiente ed affidabile. Inoltre, ciò che oggi accade ma che per anni è stata trascurata, è proprio un’educazione alla sostenibilità ambientale, nelle scuole e nella vita quotidiana.

Di Matteo Calitri, Fabiana Galluzzo, Francesco Marasco III N