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EMERGENZA CORONAVIRUS: COME HA MODIFICATO LA NOSTRA VITA. #IORESTOACASA

Di Antonio Iannarelli, Istituto Omnicomprensivo I.S.I.S.S. “A. Giordano” – Venafro (IS)

I contagi continuano a salire e l’OMS ha dichiarato il Covid-19 pandemia globale. Il Governo ha lanciato delle regole da seguire per evitare la diffusione del virus e i cittadini stanno vivendo in uno stato di totale quarantena rinchiusi nelle proprie case.

Negli ultimi mesi la popolazione mondiale sta combattendo contro un nuovo nemico. Ci si riferisce ovviamente al nuovo ceppo di coronavirus che sta costringendo milioni di persone a rimanere chiuse in casa per prevenire il contagio. E’ la prima volta in Italia che la popolazione si vede privata di diritti e libertà per far fronte a un virus dichiarato pandemia. “Ora che tutti contano i morti, tu conta i vivi, e vivi per contare, concedi solo un ultimo istante alla morte, ma fino ad allora vivi all’ infinito, consacrati all’eterno”, queste sono le parole di Don Giorgio, parroco di Spilimbergo. Questo Comune, come tanti altri italiani, è uno dei più colpiti da Coronavirus. Le parole di Don Giorgio sono molto toccanti e dovrebbero aiutare a riflettere molte persone. In fondo non ci è stato chiesto di andare in guerra, ma di rimanere semplicemente a casa. In ogni modo la vita delle persone è cambiata drasticamente rispetto a soli due mesi fa. Ormai si lavora da casa e si esce solo per fare la spesa o per questioni di emergenza assoluta. I ragazzi studiano da casa grazie all’utilizzo della didattica a distanza. Non ci si può più recare in Chiesa per la Santa Messa. Molte attività come una corsa mattutina o una passeggiata con il cane non possono più essere praticate. Il mondo è cambiato a causa del virus, ma i cittadini lottano duramente. Si organizzano ogni giorno Flash mob in tutta Italia dove, attraverso la musica, i familiari, i vicini e gli amici, anche senza la possibilità di abbracciarsi o stare a contatto, restano comunque uniti. Solo restando uniti e seguendo le norme di prevenzione si può superare nel miglior modo questa grande difficoltà. A tutti è richiesta la parola “sacrificio”. Certamente non risulta facile abituarsi in poco tempo ad una situazione di quarantena, ma è richiesta comunque una grande pazienza da parte di tutti. Ecco qualche testimonianza locale su come si vive la quotidianità in questi tempi.

 

Vincenzo Del Vecchio, studente liceale: “Sono abituato ad uscire quasi sempre con i miei amici e adesso in questa situazione di quarantena mi sento come se mi trovassi in prigione…rinchiuso. Non trovo corretto però che alcune persone continuino ad uscire nonostante tutto e ritengo che siano necessari maggiori controlli per evitare ciò. Fare lezione online è molto comodo anche se non posso avere un contatto diretto con tutte le persone che incontro quando mi trovo a scuola. Durante la giornata passo molto più tempo con la mia famiglia: ho cucinato addirittura un panettone insieme a mia madre!  Grazie alla tecnologia sento spesso i miei amici tramite Skype e passiamo così le giornate assieme.  In ogni caso spero che tutto ciò finisca così da poter tornare ad uscire con i miei amici e ad avere una vita normale come quella di prima.

Nicola Iannarelli, ingegnere: Nel giro di circa un mese abbiamo assistito a qualcosa di impensabile per la civiltà moderna. All’improvviso, come in un film di fantascienza, ci siamo ritrovati a praticare una quarantena forzata modificando i nostri stili di vita, le nostre abitudini. Ma l’ottimismo deve prevalere e con esso la convinzione che, dopo un periodo di sofferenza e di lutti, si riuscirà a debellare l’epidemia e a trovare farmaci e vaccini in grado di contrastare il Coronavirus. Alla fine di questo periodo di incertezza non saremo più come prima. Probabilmente rivaluteremo le nostre priorità, modificheremo il nostro modo di relazionarci con il prossimo e daremo, come meritano, la massima importanza e le giuste risorse a sanità, ricerca e cultura. Naturalmente anche le attività lavorative hanno subito un profondo contraccolpo con conseguenti ripercussioni sull’economia nazionale. Molti di noi hanno dovuto modificare le tecniche di lavoro ricorrendo alle nuove tecnologie per lo smart working e scoprendo nuove modalità di relazione con i colleghi, clienti, fornitori… Questa improvvisa modifica nel modo di lavorare ha costretto tutte le imprese a rivedere le procedure e le organizzazioni. Superata l’emergenza scopriremo che tale situazione avrà determinato un processo innovativo e un nuovo approccio culturale al lavoro che, accelerato da questo “periodo di guerra”, in un periodo normale di “pace” avrebbe richiesto decenni per realizzarsi.