Il giro del mondo in 80 giorni

Il giro del mondo in 80 giorni è un libro di Jules Verne. È stato scritto nel 1873 e in Italia è stato pubblicato nel 1874.
Il primo protagonista che conosciamo è Phileas Fogg. E’ un membro del Reform club e diventa particolarmente famoso perchè decide di fare una scommessa: riuscire a fare il giro del mondo in ottanta giorni. Il secondo protagonista che incontriamo è Jean, soprannominato Passepartout, il domestico di Phileas Fogg. Passepartout accompagnerà e sosterrà Phileas Fogg durante il giro del mondo in ottanta giorni. Il primo personaggio secondario che conosciamo è il detective Fix. Fix è sulle tracce del ladro gentiluomo che ha derubato una banca ed è convinto che quel ladro sia Phileas Fogg. Così, accompagnerà Passepartout e Phileas Fogg durante la maggior parte del loro viaggio. Il secondo personaggio secondario che conosciamo è Sir Francis Cromarty, un generale di brigata e compagno di whist di Phileas Fogg. Sir Francis Cromarty, Passepartout e Phileas Fogg si saluteranno nella città di Benares. Il terzo personaggio secondario che conosciamo è Auda. Auda si incontra con Phileas Fogg e Passepartout nella città di Calcutta, quando lei stava per essere bruciata viva. Philes Fogg, Passepartout e Sir Francis Cromarty decisero allora di salvarla, riuscendo poi nella loro impresa. Il mio personaggio preferito è Passepartout. Mi piace il suo carattere fedele, infatti ci tiene ad accompagnare sempre il suo padrone ed adoro il fatto che risulti quasi un po’ “tonto” ma allo stesso tempo coraggioso e determinato.
Il libro inizia con la descrizione del protagonista: Phileas Fogg era uno dei soci del Reform club ma, nonostante non fosse qualcuno estremamente importante o potente, tutti conoscevano il suo nome. Phileas Fogg era molto solitario e taciturno e la sua unica passione, oltre alla lettura del quotidiano, era il whist, un gioco di carte molto silenzioso, adatto alle persone con un carattere chiuso come il suo. Phileas Fogg era un abile giocatore ma, nonostante vincesse spesso, non intascava mai le sue vincite, che venivano donate in beneficenza. Tutti quelli che lo conoscevano potevano affermare di non averlo mai incontrato se non sulla strada che porta al reform club. Phileas Fogg abitava da solo nella sua casa al numero 7 di Saville Row, dove nessuno entrava mai. Un solo domestico bastava per quella casa, ma proprio quel giorno, due ottobre, l’attuale maggiordomo venne licenziato. Il motivo? Perchè aveva sbagliato la temperatura dell’acqua per la barba: invece di ottantasei gradi, l’acqua preparata dal maggiordomo era a ottantaquattro gradi. Phileas Fogg era alla ricerca di un nuovo domestico e, proprio quando stava per uscire di casa per recarsi al Reform club, il campanello della sua casa suonò. Ad attenderlo sull’uscio c’era il precedente maggiordomo, che fungeva da accompagnatore al nuovo domestico: il nuovo maggiordomo era un ragazzo francese di circa trent’anni, chiamato Jean ma soprannominato Passepartout, soprannome che deriva dal fatto di riuscire sempre a cavarsela. Non appena Passepartout si fu presentato, Phileas Fogg prese il suo cappello ed uscì di casa per recarsi al reform club. Una volta rimasto solo, Passepartout decise di ispezionare l’abitazione di Phileas Fogg. Una volta giunto al secondo piano, Passepartout non ebbe difficoltà a trovare la sua nuova camera, e la giudicò parecchio conveniente. Applicato su una delle pareti c’era il programma quotidiano di Phileas Fogg, che Passepartout provvide ad imparare. Dopo aver ispezionato tutta la casa, Passepartout ammise di essere davvero contento: dopo diverse case in cui aveva fatto da maggiordomo, aveva finalmente trovato il padrone che cercava. Mentre Passepartout visionava la casa di Phileas Fogg, quest’ultimo era arrivato al club. Dopo aver fatto colazione, letto il giornale, pranzato e passato il pomeriggio lì, i suoi compagni di whist lo raggiunsero. Mentre giocavano, Phileas Fogg e i suoi compagni parlavano di un furto bancario da poco avvenuto: da pochi giorni, infatti, un ladro aveva rubato da una banca delle mazzette di dollari. Dopo essersi accertati che si trattasse di un furto vero e proprio, poliziotti e investigatori si misero alla ricerca del ladro, che presumevano fosse un gentleman. Mentre i giocatori parlavano di come il ladro avrebbe potuto seminare i poliziotti, Phileas Fogg affermò che, rispetto a cent’anni fa, la Terra si era rimpicciolita. Questo perchè, rispetto ad anni prima, la Terra si poteva percorrere più facilmente, volendo, anche in ottanta giorni. Uno dei compagni di gioco di Phileas Fogg confermò l’affermazione di quest’ultimo, ed aggiunse che la Terra si poteva però percorrere in ottanta giorni, senza però contare gli eventuali imprevisti. Phileas Fogg, al contrario, ribbattè dicendo che era tutto contato. Dopo varie provocazioni, Phileas Fogg propose di fare una scommessa: a partire da quel giorno, due ottobre, sarebbe riuscito a fare il giro del mondo in ottanta giorni precisi, minuti contati. Quando Phileas Fogg rincasò, avvisò Passepartout che a breve sarebbero partiti per girare l’intero globo in ottanta giorni. Dopo aver preso pochi bagagli, Passepartout e Phileas Fogg si recarono alla stazione per prendere il treno per Dover e Calais. Durante i primi giorni di viaggio, la notizia che un membro del Reform club aveva scommesso sul girare il mondo di ottanta giorni venne riportata su molti giornali, e si iniziò anche a scommettere sull’esito del viaggio. Esattamente sette giorni dopo la partenza di Phileas Fogg, però, un imprevisto si presentò sul suo cammino. Un detective chiamato Fix aveva spedito un telegramma ad un suo superiore, in cui affermava di inseguire il ladro di banconote, chiamato Phileas Fogg. Allegato al telegramma c’era anche una foto del noto membro del reform club, che fu fatta visionare da tutti quelli che avevano intravisto il volto del ladro-gentleman. Era evidente che la scommessa del compiere il giro del mondo in ottanta giorni poteva essere un’ottima scusa per far perdere le proprie tracce. Prima di inviare quel telegramma il nove ottobre, Fix ebbe contatto con Phileas Fogg e Passepartout. I due stavano infatti stavano aspettando un piroscafo che li avrebbe condotti a Suez. Ad attendere i passeggeri del piroscafo c’erano due persone, o meglio, due agenti. Ed uno di questi era il detective Fix, che era sulle tracce del ladro gentiluomo. Il collega di Fix e quest’ultimo si separarono, siccome il primo si diresse verso l’ufficio dell’agente consolare inglese. Al contrario, Fix si mise sulle tracce di un possibile delinquente. Mentre i passeggeri scendevano, il detective Fix li analizzava uno ad uno. E mentre Fix analizzava un paio di turisti, Passepartout si avvicinò a lui, chiedendogli dove si trovasse l’ufficio dell’agente consolare inglese. Fix analizzò il passaporto che il ragazzo gli stava porgendo e, mentre leggeva i connotati, il suo volto si illuminò. Chiese a Passepartout se quel passaporto fosse suo, ma il ragazzo rispose che era del suo padrone che lo attendeva nel piroscafo. Fix gli disse di andare a chiamarlo, siccome era necessaria la sua presenza agli uffici del consolato. Mentre Passepartout era all’interno del piroscafo a cercare Phileas Fogg, Fix raggiunse il suo collega nell’ufficio. I due colleghi parlarono del fatto che Phileas Fogg era il colpevole più probabile tra tutti quelli che avevano potuto individuare. Ma, mentre i due parlavano, qualcuno bussò la porta del suo ufficio. Poco dopo nello studio, oltre a Fix ed il suo collega, c’erano quindi Passepartout ed il suo padrone, Phileas Fogg. Dopo alcune domande da parte dei due agenti, Phileas Fogg riuscì ad ottenere il visto sul suo passaporto. Quando Phileas Fogg e Passepartout, Fix decise che, appena avrebbe avuto l’occasione, avrebbe parlato con Passepartout per estrapolargli tutte le informazioni che avrebbe potuto ottenere. Quindi, Fix uscì dall’ufficio in fretta e furia per vedere se Passepatout era ancora nei dintorni. E infatti, dopo pochi minuti, Fix e Passepartout erano immersi in una discussione su Phileas Fogg. Una volta tornato negli uffici, Fix comunicò che era ormai certo che il ladro gentiluomo fosse Phileas Fogg. Dopo di aver riferito i dettagli della conversazione con Passepartout, Fix affermò che avrebbe seguito e pedinato Phileas Fogg e Passepartout, in modo da scoprire i segreti che si celavano dietro la scommessa e la partenza improvvisa. E così, insieme a Phileas Fogg e Passepartout, sullo stesso stesso piroscafo c’era anche Fix. Durante il viaggio, Phileas Fogg si preocupava di controllare i cambiamenti del vento, i moti delle onde e tutti quelli che sarebbero potuti diventare imprevisti per il viaggio. Ma non solo: Phileas Fogg aveva infatti trovato tre compagni di whist con cui poter giocare per ore intere. Quanto a Passepartout, egli non faceva nulla in particolare, ma viaggiare in quel modo non gli dispiaceva affatto: in fondo, era uno modo per visitare luoghi nuovi. Precisamente il dieci ottobre, però, Passepartout si incontrò con qualcuno di nostra conoscenza: il detective Fix. I due parlarono un po’ di Bombay (luogo in cui erano diretti) e del signor Fogg: Fix chiese a Passepartout se, alla base di quella loro partenza improvvisa, c’era per caso qualche missione segreta. Passepartout, tuttavia, ammise che non ne sapeva niente e che non gli sarebbe neppure piaciuto saperlo. Dopo quella conversazione, Passepartout e Fix ebbero il piacere di incontrarsi spesso. Infatti, Fix teneva molto ad entrare in buoni rapporti con Passepartout, in modo da farsi dire qualche dettaglio in più sulla loro partenza. Anzichè la mattina del quindici, Phileas Fogg, Passepartout e Fix arrivarono ad Aden la sera del quattordici ottobre, in anticipo di quindici ore. Maggiordomo e padrone si recarono agli uffici per far mettere il visto sul passaporto del primo. Dopodichè, i due ritornarono sul piroscafo, stavolta diretto a Bombay. Il venti ottobre, Passepartout, Fix e Phileas Fogg arrivarono a Bombay con due giorni d’anticipo, che Phileas Fogg annotò con piacere sul suo taccuino. Phileas Fogg si recò alla stazione per fare colazione, al contrario, Passepartout andò a fare acquisti per conto del suo padrone. Fix invece. seguiva a poco a poco entrambi i suoi “compagni di viaggio” per capire le loro intenzioni. Ma un piccolo imprevisto si presentò durante la permanenza a Bombay: Passepartout era infatti entrato in un luogo di culto buddista compiendo qualche piccola infrazione, dato che non si era tolto le scarpe. Quando i sacerdoti glielo fecero notare, Passepartout li prese a calci e pugni. Quando il giovane maggiordomo raccontò il fatto al suo padrone, egli gli raccomandò di non compiere mai più infrazioni del genere. Fix, che aveva sentito tutta la conversazione, decise di non seguirli più durante il loro viaggio, ma di rimanere a Bombay per esporre una denuncia. Nello scompartimento del treno di Phileas Fogg e Passepartout, oltre a loro, c’era una terza persona: Sir Francis Cromarty. Egli era un generale di brigata ed era poi uno dei compagni di whist di Phileas Fogg ed i due, di tanto in tanto, scambiavano qualche parola. Alle otto e mezza della mattina del ventidue ottobre, Passepartout, Phileas Fogg e Sir Francis Cromarty scesero dal treno, siccome il capotreno li avvisò che, chi volesse scendere, avrebbe dovuto farlo in quel momento. Questo perchè, al contrario di cosa dicessero i giornali, la ferrovia non era stata ancora terminata. I tre avrebbero quindi dovuto prendere un piroscafo, che li avrebbe condotti da Calcutta a Hong-Kong. Per arrivare a Calcutta avrebbero però dovuto prendere un secondo mezzo di trasporto che, nonostante molti tentativi, i tre non trovarono. Stufo di cercare una soluzione, Phileas Fogg affermò che sarebbe giunto a Calutta a piedi, in quanto aveva ben due giorni di anticipo. Ma Passepartout lo interruppe, dicendo che c’era un indiano che abitava nei dintorni del villaggio che voleva vendere il suo elefante che avrebbero potuto utilizzare per arrivare fino a Calcutta. Dopo molte offerte, Phileas Fogg riuscì ad aggiudicarsi l’elefante per la modica cifra di duemila sterline e, in seguito, riuscì anche a trovare un conducente. Quindi, alle nove dello stesso giorno, Phileas Fogg, Passepartout, Sir Francis Cromarty e la guida si misero in viaggio per lasciare il villaggio. Dopo due ore di viaggio, il conducente decise di fermarsi un’oretta, in modo da poter dare all’elefante il tempo di riposarsi. Durante il viaggio nulla andò storto, ma un pensiero tormentava la testa di Phileas Fogg: cosa avrebbe fatto dell’elefante una volta arrivato a destinazione? Durante la notte non ci furono imprevisti e, alle sei del mattino del giorno seguente, i nostri protagonisti erano nuovamente in viaggio. Alle quattro del pomeriggio, però, il conducente si fermò di colpo. Perchè? Perchè, intorno alla statua della dea Kalì (dea dell’amore e della morte) un gruppo di fachiri conversavano ad alta voce mentre, poco dietro di loro, dei bramini trascinavano con la forza una giovane donna. Insieme ai bramini c’erano dei musicisti e delle guardie che trascinavano il cadavere di un uomo abbastanza anziano vestito come solitamente facevano rajah più ricchi. A poco a poco, i canti dei musicisti si spensero, fino a lasciare posto al più totale silenzio. In questo silenzio, Sir Francis Cromarty esclamò che quella cerimonia era un sutty, cioè un sacrificio voluto, ed aggiunse che quella donna sarebbe stata bruciata la mattina seguente insieme al cadavere del rajah, suo marito. Dopo averci riflettuto, Phileas Fogg decise di salvare la giovane donna siccome, in fondo, aveva ancora dodici ore di anticipo. Dopo aver concordato anche con la guida, i nostri protagonisti decisero che sarebbe stato meno rischioso agire durante la notte, in modo da essere meno notati. Il conducente spiegò a Passepartout, Phileas Fogg e Sir Francis Cromarty che la giovane donna era stata data in moglie al rajah contro la sua volontà. Dopo soli tre mesi, però, rimase vedova. Il suo nome era Auda. Dopo qualche ora di viaggio, Phileas Fogg, Passepartout, Sir Francis Cromarty e la guida arrivarono a destinazione. Ma, dopo parecchi tentativi di staccare i mattoni della pagoda per facilitare il tragitto, Phileas Fogg, Passepartout, Sir Francis Cromarty e il conducente stavano per arrendersi. Era quasi l’alba e sarebbe da poco avvenuto il sacrificio di Auda. Ma Passepartout non si arrese, e prese l’iniziativa di passare all’azione: tra fumo e odore d’incenso causato dal corpo del rajah che veniva bruciato, il maggiordomo del famoso socio del reform club riuscì a salvare Auda dalla morte, e scappò in fretta con i suoi compagni. Un’ora dopo, il gruppo era nuovaente in viaggio. Tutti si congratularono con Passepartout per aver salvato la giovane donna, che non era però ancora totalmente salva. Infatti, Sir Francis Cromarty sostenne che Auda sarebbe stata salva solo ed esclusivamente dopo aver lasciato l’India, in modo da non poter essere più rintraccaiata. Verso le dieci, la guida annunciò l’arrivo alla stazione. Auda venne portata in una camera messa a disposizione dalla stazione stessa, e Passepartout (sotto commissione del suo padrone) si occupò di andarle a comprare degli abiti nuovi. Una volta sveglia, la signora Auda risultò subito agli occhi di Phileas Fogg e Sir Francis Cromarty una donna affascinante: parlava l’inglese con grande purezza d’accento, l’educazione che aveva ricevuto fin da piccola l’aveva formata ed anche la bellezza faceva la sua parte. Era ormai l’ora di partire, ma prima di farlo, Phileas Fogg aveva una questione in sospeso: l’elefante. In realtà, il noto socio del reform club aveva già preso la sua decisione. Per ringraziare la guida, decise di regalargli l’elefante e, senza troppi complimenti, il conducente accettò. Pochi minuti dopo, Phileas Fogg, Passepartout, Sir Francis Cromarty e Auda erano seduti in uno scompartimento del treno, pronti per arrivare fino a Benares. Appena Auda si fu ripresa totalmente, Sir Francis Cromarty le raccontò tutta la storia del salvataggio. Phileas Fogg decise che avrebbe lasciato Auda ad Hong Kong, dove (come disse la donna) abitava un suo parente. Una volta arrivati a Benares, Sir Francis Cromarty dovette lasciare i suoi compagni di viaggio, siccome le truppe lo attendevano lì. La mattina dopo, alle sette, Phileas Fogg, Passepartout e Auda giunsero a Calcutta. Una volta scesi dal treno, un poliziotto si avvicinò a Phileas Fogg e Passepartout, invitandoli a seguirlo. Quindi, pochi minuti dopo, Phileas Fogg, Auda e Passepartou si trovavano su una carrozza insieme all’agente. Il poliziotto si fermò fuori una casa dalla modesta apparenza e porto i suoi “prigionieri” in una stanza che, quando uscì, chiuse a chiave. Auda supplicò Phileas Fogg e Passepartout di lasciarla sola lì, altrimenti sarebbero stati accusati di averla liberata. Phileas Fogg, però, le assicurò che non sarebbero stati arrestati e che, a mezzogiorno, l’avrebbe accompagnata al piroscafo per Hong Kong. Alle otto e mezza il poliziotto rientrò nella stanza, per poi condurre i “prigionieri” in una camera di udienza. Il giudice fece entrare il detective Fix e tre sacerdoti, che convinsero padrone e domestico che sarebbero da poco accusati di aver salvato Auda da un sutty. Ma, quando uno dei tre sacerdoti appoggiò un paio di scarpe sulla scrivania del giudice, Passepartout e Phileas Fogg realizzarono di quello che stava succedendo realmente: per tutto quel tempo, avevano dimenticato di quello che era successo tra Passepartou e i sacerdoti nel tempio. Il giudice disse a Passepartout e Phileas Fogg che, siccome avevano confessato, al primo “spettavano” dodici giorni di prigione e un’ammenda di trecento sterline, al secondo otto giorni di carcere e un’ammenda di centocinquanta sterline. Siccome otto giorni di ritardo erano troppi per Phileas Fogg, egli decise di pagare la cauzione. Fix decise che però, per nulla al mondo avrebbe interrotto la sua ricerca su Phileas Fogg. Durante i primi giorni di viaggio sul piroscafo, Auda ebbe modo di conoscere meglio Phileas Fogg. La donna, infatti, in ogni occasione tendeva a manifestare la più totale gratitudine nei confronti di Phileas Fogg e Passepartout. Ma, nonostante lei provava in continuazione a provare ad avere una conversazione con Phileas Fogg, solo una volta su tre ci riusciva, siccome l’uomo era una persona abbastanza diffidente e riservata. Su quello stesso piroscafo, però, oltre a Passepartout, Phileas Fogg ed Auda, c’era anche l’ispettore Fix, che aveva pedinato Passepartout fino al piroscafo, sulla quale si era poi imbarcato. Siccome aveva già fallito più di una volta, Fix era assai preocupato, ma un nuovo imprevisto l’aveva colto di sorpresa: Auda. L’ispettore si domandava spesso chi fosse quella donna così affascinante e per quale motivo era diventata compagna di viaggio del presunto ladro gentiluomo. Durante il trenta ottobre, Fix decise di andare a parlare con Passepartout. Il domestico gli raccontò di tutto quello che avevano fatto per salvare Auda e che a breve l’avrebbero lasciata ad Hong Kong. A partire da quella volta, Fix e Passepartout si ritrovarono spesso a parlare. Fix però non cercò di far parlare assiduamente Passepartout, siccome non poteva rischiare dii essere scoperto. Passepartout, intanto, si domandava sempre più spesso come mai era già successo un paio di volte che lui e Fix si ritrovassero sullo stesso piroscafo, quasi come se lui e Phileas Fogg venissero pedinati. Nonostante ci avesse riflettuto in continuazione, Passepartout non sarebbe mai arrivato alla conclusione che il suo padrone era un possibile delinquente. Quindi, Passepartout si autoconvinse che Fix era un membro del refrom club che controllava che il giro del mondo venisse svolto in maniera corretta. Il giorno seguente, il piroscafo si fermò a Singapore per rifornirsi di carburante. Passepartout approfittò dell’occasione per andare a fare delle spese e per poter visitare la città. Alle dieci risalì sul piroscafo, che si rimise in viaggio alle undici. Durante uno dei giorni successivi, quando Passepartout e Fix si incontrarono, quest’ultimo gli chiese se lui credeva nella realizzazione del giro del mondo in ottanta giorni. Passepartout rispose (ovviamente) di si, ma Fix disse che lui ne dubitava abbastanza. Durante una conversazione tra i due, Fix ebbe il sospetto che Passepartout aveva ormai capito che Fix era un detective. Ma Passepartout aveva comunicato questa possibilità al suo padrone, Phileas Fogg? Era questa la cosa che turbava più di tutto Fix, che ormai si vedeva spalle al muro. Durante il tre e il quattro novembre ci fu una tempesta che avrebbe causato al piroscafo un ritardo di venti ore, forse anche di più. Ma, dopo due giorni di viaggio con la tempesta, il sei ottobre il piroscafo si fermò finalmente ad Hong Kong, ma con la bellezza di ventiquattro ore di ritardo. Il prossimo piroscafo avrebbero dovuto prenderlo il sette (cioè il giorno successivo) alle cinque. Al signor Fogg restavano perciò solo sedici ore per occuparsi di Auda. Phileas Fogg si mise immediatamente in contatto con il parente di Auda, ma scoprì che non resideva ormai più ad Hong Kong. Il padrone mandò quindi il suo domestico a prenotare tre posti sul piroscafo, siccome Auda sarebbe andata con loro in America. Durante il tragitto, Passepartou incontrò però Fix (il quale credeva ancora essere un membro del reform club), che gli disse che aveva deciso di voler andare con loro in America. Fix invitò Passepartout in un locale per bere qualcosa e, soprattutto, per confidargli tutte le sue convinzioni. Dopo essersi assicurato che Passepartout non lo riteneva più uno dei soci del reform club ma bensì un poliziotto, gli raccontò tutta la storia del furto. Passepartout non volle credere a quell’assurda storia e si rifiutò di diventare “alleato” di Fix. I due quindi tornarono a bere, amici come prima. Ma Passepartout era sempre più preso dagli effetti dell’alcol e così, dopo aver fumato una pipa carica di oppio, la sua testa cadde sul bancone. La mattina dopo, Fix si incontrò con Phileas Fogg e Auda, ma non vide Passepartout. Ovviamente lui sapeva il perchè, ma si impegnò a recitare il ruolo del finto tonto per non correre il rischio di venire scoperto. Inoltre, li avvisò che il piroscafo era partito con dodici ore di anticipo, e quindi avrebbero dovuto aspettare otto giorni ad Hong Kong. Ma perchè Fix voleva così tanto che Phileas Fogg restasse qualche giorno in più ad Hong Kong? Semplice, in modo da avere il tempo per ricevere un mandato di cattura, così da riuscire ad arrestare Phileas Fogg. Ma l’uomo non si preocupò più di tanto: avrebbe trovato un’altra imbarcazione, no? Così si diresse con Auda e Fix al porto per cercare un’imbarcazione ed un marinaio disposto ad accompagnarlo Yokohama. Un marinaio si farmò a parlare con il signor Fogg e, dopo una conversazioone tra i due, il marinaio gli fece una proposta: l’avrebbe accompagnato con la sua barca fino a Shangai, dove poi Phileas Fogg, Auda e Fix avrebbero preso un piroscafo per arrivare a Yokohama. Phileas Fogg e Auda si recarono agli uffici di polizia di Hong Kong per fornire i connotati di Passepartou e la somma sufficiente per farlo rimpatriare. Le tre (orario di partenza stabilito con il marinaio) si erano fatte, e così Phileas Fogg, Fix e Auda si erano stabiliti sulla barca. Un ultimo sguardo al porto per vedere se Passepartou si fosse fatto vivo, e poi partirono senza il giovane maggiordomo. Il viaggio procedette abbastanza bene, ma quando il marinaio iniziò a vedere Shangai vide anche qualcos’altro. Una nube di fumo grigio che usciva da un imbarcazione si stava lentamente propagando nell’aria. Quella era proprio l’imbarcazione che a breve Phileas Fogg, Fix e Auda avrebbero dovuto prendere: non erano riusciti ad arrivare in tempo. Intanto, il piroscafo che avrebbero dovuto prendere ad Hong Kong era tutto pieno, tranne le due cabine prenotate per conto del signor Fogg. Ma neppure quelle cabine erano del tutto vuote. Infatti, dentro quelle cabine, c’era una e una sola persona: Passepartout. Il maggiordomo, ancora mezzo stordito, si era recato sul piroscafo, convinto che ad attenderlo ci fosse il suo padrone. Ma invece no, dato che a quell’ora Phileas Fogg era ancora nell’albergo di Hong Kong che aveva prenotato. Il viaggio di Passeparotu andò complessivamente bene, ed l tredici il piroscafo si fermò a Yokohama. La mattina dopo l’arrivo, Passepartout si svegliò parecchio affamato, ma si accorse dopo pochi minuti di non avere nessun risparmio con se. Decise allora che avrebbe potuto fare l’artista di strada, siccome conosceva qualche canzone inglese e qualcun’altra francese. Passepartout però riflettè, pensando che, probabilmente, era ancora troppo presto per mettersi a cantare in strada. Così, decise di aspettare qualche ora. Durante quel tempo, il giovane maggiordomo decise di cambiare i suoi vestiti, siccome quelli che indossava erano troppo eleganti rispetto a quelli che solitamente indossava un artista di strada. Passepartou andò quindi a vendere i suoi abiti, cambiandoli con qualche moneta d’argento e dei vestiti più giapponesi. Ma mentre ripensava a quello che stava per fare, quindi diventare un artista di strada, una nuova idea gli balenò in testa: si sarebbe recato al porto ed avrebbe cercato un lavoro da chef o camerire. Poi, mentre si dirigeva al porto ci ripensò: perchè mai un piroscafo doveva avere un poso vuoto come chef o cameriere? Ma mentre Passepartout pensava a questa nuova versione dei fatti, l’occhio gli cadde su un tabellone degli annunci, con un offerta che lo colpì particolarmente: un locale, infatti, era alla ricerca di un clown. Passepartou si recò allora nel locale e, dopo un’accesa conversazione con il direttore, riuscì a trovare una sistemazione. Durante la sua esibizione, Passepartout distrusse buona parte del palcoscenico perchè in lontananza aveva visto Phileas Fogg e Auda, che lo avevano raggiunto sotto al palco. Quindi, dopo aver risarcito il proprietario del locale, Phileas Fogg, Auda e Passepartout si imbarcarono su un piroscafo. Ma come aveva fatto Phileas Fogg a raggiungere Yokohama? Semplice. Il piroscafo che stava partendo quando il marinaio li aveva quasi condotti a Shangai si fermò, vedendo arrivare quella piccola barca. Così, Fix, Auda e Passepartou erano riusciti a salire sul piroscafo ed erano arrivati a Yokohama. Una volta lì, il sesto senso di Phileas Fogg gli disse di entrare in un locale che era nei dintorni, che era proprio quello dove Passepartout si stava esibendo. Quando Auda gli raccontò questa storia, Passepartout dovette prendere una decisione molto importante: raccontare o no della conversazione con Fix? Passepartout decise di non dire ancora nulla, e si prese la responsabilità di essersi addormentato nel locale di Hong Kong. Ma qualcun altro, oltre a loro, si trovava su quel piroscafo. E chi, se non l’agente Fix? Passepartout e Fix decisero di incontrarsi per discutere sulla vecchia conversazione. Fix disse a Passepartout che aveva cambiato idea sul signor Fogg: certo, lo credeva comunque un delinquente, ma aveva deciso di non rallentarlo più. Passepartout inizialmente non gli credette, ma poi, quando Fix gli spiegò che solo in America avrebbero scoperto se Phileas Fogg era realmente il ladro, Passepartout decise che sarebbero diventati quasi amici, ma che a un solo passo falso di Fix non avrebbe esitato a raccontare tutto al suo padrone. Il tre dicembre, alle sette del mattino, il piroscafo preso da Phileas Fogg, Auda, Fix e Passepartout arrivò San Francisco, senza un giorno di anticipo ma nemmeno con uno di ritardo. Appena arrivato, Phileas Fogg si informò sull’orario di partenza del primo treno per New York: la sei di sera. Avevano quindi una giornata per visitare la città di San Francisco. Durante il “tour” della città, Phileas Fogg, Passepartout e Auda incontrarono “casualmente” l’agente Fix. Phileas Fogg gli propose allora di visitare insieme San Francisco. Dopo aver fatto un breve ma intenso tour di San Francisco, Phileas Fogg, Passepartout, Auda e Fix presero un treno per dirigersi a New York. La mattina dopo il viaggio procedeva, seppur con una bella nevicata. Ma, verso mezzogiorno, arrivò un piccolo imprevisto: una mandria di buoi si mise tra la ferrovia ed il treno, facendolo rallentare di ben tre ore. Il treno, con un po’ di preoccupazione da parte di Passepartout, potè ripartire solo al tramonto. La mattina dopo, Passepartout, Phileas Fogg, Auda e Fix, verso le due del pomeriggio, riuscirono a scendere alla stazione di Ogden, che visitarono fino alle quattro dello stesso pomeriggio. Una volta risaliti sul treno, questo ripartì, e fino al mattino dopo non ci furono problemi. Ma durante la mattinata il treno dovette fermarsi a causa di un piccolo problema del ponte sulla quale il treno sarebbe dovuto passare, che fu fortunatamente risolto in fretta. Ma gli imprevisti non erano ancora finiti, infatti la mattina dopo un gruppo di Sioux (indiani muniti di armi da fuoco) attaccò il treno. Molti passeggeri rimasero feriti, ma nessuno morì. Tre passeggeri, invece, erano scomparsi. Tra questi, c’era il maggiordomo francese: Passepartout. Auda, Phileas Fogg e Fix stavano bene, anzi, senza neppure un graffio. Ma ciò che li preoccupava di più era la scomparsa di Passepartout. Senza esitazione, Phileas Fogg decise che avrebbe dovuto salvare (o almeno cercare) il suo fedele domestico. Fix, invece (come richiesto da Phileas Fogg), restò a tenere compagnia ad Auda. I tre decisero quindi che separarsi sarebbe stata la scelta più corretta. Quando il treno ripartì, Auda e Fix decisero di non ripartire, ma bensì di restare nella città dove il treno si era fermato, ovvero Kearney. In tanto, Passepartout e i suoi compagni stavano cercando di mandare KO i loro aggressori. Mentre Passepartout prendeva a pugni uno dei Sioux, Phileas Fogg e i soldati entrarono nel rifugio dei Sioux. Dopo di averlo ringraziato, Passepartout convinse Phileas Fogg a ritornare da Auda e Fix, La prima cosa che disse Phileas Fogg quano rivide Fix e Auda fu una domanda: quando sarebbe partoito il prossimo treno, Fix gli rispose che il prossimo treno sarebbe partito solo quella sera, quindi Phileas Fogg era in ritardo di ben venti ore. Per compensare il ritardo, Fix propose a Phileas Fogg di acquistare una slitta a vela, che Phileas Fogg acquisto da un uomo che abitava nei dintorni. Per evitare di sottoporre Auda a un viaggio così poco confortevole, Phileas Fogg propose un piano: lui e Fix sarebbero partiti con la slitta a vela, Passepartout e Auda sarebbero rimasti a Kearney. Auda, per fortuna di Passepartout, che non avrebbe voluto lasciare il suo padrone solo con Fix, rifiutò di separarsi dal signor Fogg e decise di partire con loro. Verso mezzogiorno, Phileas Fogg, Auda, Fix e Passepartout arrivarono nella città di Omaha. I viaggiatori si precipitarono alla stazione e riuscirono a prendere un treno che sarebbe a breve partito per Chicago. Il treno impiegò pochissimo tempo per arrivare a Chicago e, una volta di aver lasciato la stazione della città statunitense, Phileas Fogg e gli altri si precipitarono al porto per vedere un piroscafo in partenza. Ma, con molta sorpresa di Phileas Fogg, il piroscafo diretto a Liverpool era partito da ben quarantacinque minuti. Phileas Fogg si scervellò per qualche minuto, poi decise che sarebbe stato meglio pensarci la mattina seguente, I quattro compagni di viaggio decisero allora di recarsi in un hotel, dove passarono la notte. Il giorno dopo era il dodici dicembre, e mancavano solo nove giorni al ventuno, giorno in cui Phileas Fogg sarebbe dovuto tornare al reform club. Quella mattina, Phileas Fogg uscì da solo per cercare un mezzo di trasporto che li avrebbe condotti a Liverpool. Il famoso membro del reform club si imbattè in un capitano di una piccola imbarcazione. Dopo un’accesa discussione, Phileas Fogg e il capitano riuscirono a mettersi d’accordo: alle nove sarebbero partiti, ma non per Liverpool, ma bensì per Bordeaux. La mattina dopo, dall’imbarcazione si sentivano delle urla soffocate. Quelle urla erano del proprietario dell’imbarcazione: Phileas Fogg l’aveva chiuso nella cabina e si era messo al volante dell’imbarcazione, che adesso era diretta a Liverpool. Il ventuno dicembre, a mezzogiorno meno venti, Phileas Fogg e i suoi compagni arrivarono al porto di Queenstown. Phileas Fogg chiese scusa al capitano, che però non si ritenne offeso, anzi, gli fece i compimenti per come aveva condotto l’imbarcazione fino a Queenstown. Dal porto, Phileas Fogg e gli altri si diressero rapidamente alla stazione. Ma mentre stavano per salire sul treno, Fix mise la mano sulla spalla di Phileas Fogg e lo dichiarò in arresto. Il signor Fogg era quindi in prigione. Auda non conosceva la situazione, quindi Passepartout le spiegò tutta la storia. Mentre parlava, Passepartout si sentì terribilmente in colpa: perchè aveva nascosto al suo padrone tutte le sue conversazioni con Fix. Phileas Fogg si vedeva ormai perso: aveva ancora nove ore e per arrivare fino a Londra gliene bastavano solo sei. Ma adesso che era chiuso in prigione, come avrebbe fatto ad arrivare in tempo? Ma dopo qualche ora, con molto dispiacere da parte di Fix, Phileas Fogg venne liberato. Adesso Phileas Fogg aveva però solo cinque ore e mezzo, che non gli sarebbero bastate. Phileas Fogg si era ormai autoconvinto che avrebbe perso la scommessa. Una volta ritornato a Saville Row, Phileas Fogg aveva mandato Passepartout a fare degli acquisti. Una stanza dell’abitazione di Phileas Fogg era stata messa a disposizione di Auda. Phileas Fogg andò a parlare con Auda, e durante la conversazione le chiese di sposarlo. I due chiesero quindi a Passepartout di andare a parlare con il sacerdote e di organizzare il matrimonio per domani, ventidue dicembre, che cadeva di lunedì. Ma Passepartout tornò dal suo padrone dopo poco. Perchè? Per avvisarlo che non si sarebbero potuti sposare domani, che sarebbe stata domenica. Phileas Fogg però ribbattè che se quel giorno era domenica il giorno seguente sarebbe stato lunedì. Passepartout gli disse che avevano recuperato un giorno facendo il giro del mondo verso est. Quel giorno era infatti sabato e quindi Phileas Fogg era ancora in tempo per vincere la scommessa. Phileas Fogg si precipitò al reform club, appena in tempo per gli ultimi secondi delle otto e quarantacinque. Phileas Fogg aveva quindi vinto la scommessa e, il giorno seguente, come promesso, Phileas Fogg e Auda si sposarono. Poco prima del matrimonio, però, Passepartout disse a Phileas Fogg che aveva scoperto che, per fare il giro del mondo avrebbero potuti impiegare anche solo settantotto giorni. Phileas Fogg annuì, dicendo che non si sarebbero dovuti fermare in Asia. Ed era proprio in Asia che Phileas Fogg aveva conosciuto Auda, e disse quindi che ne era valsa la pena.
L’episodio che mi è piaciuto di più è il momento in cui Phileas Fogg scopre di essere ancora in tempo per vincere la scommessa ed entra nella sede del reform club, spiazzando i suoi compagni, che ormai non credevano più che lui arrivasse in tempo. Questo momento mi è piaciuto soprattutto perchè era molto inaspettato e credo che si riesca a percepire benissimo lo stupore di Phileas Fogg e dei suoi compagni.
Credo che l’autore voglia comunicare di mettersi sempre in gioco e di non arrendersi davanti ai piccoli imprevisti, che si possono sempre superare con accanto le persone a cui teniamo.
Il libro, onestamente, mi è piaciuto abbastanza, anche se credo che ci siano troppe parti in cui si parla dal punto di vista geografico del viaggio di Phileas Fogg. Tolta questa piccola cosa, il libro mi è piaciuto molto, soprattutto la parte in cui Phileas Fogg riesce a vincere la scommessa, che ho trovato molto bella ed inaspettata.

Laura Rubino 2H