Il divario generazionale del nuovo millennio

“Un tempo era grande il rispetto per una testa ricoperta di capelli bianchi.” Queste sono le parole con cui Ovidio rammentava della Roma antica, fondata sui valori del mos maiorum, in cui il rispetto per i più anziani e la loro importanza nella famiglia e nella politica rappresentavano i cardini della società.

Oggi le cose sono sostanzialmente cambiate al punto che è molto più facile associare la vecchiaia agli acciacchi fisici e mentali dovuti al tempo trascorso piuttosto che alla saggezza frutto di anni di esperienze. Gli anziani, nella nostra società, non sono più visti come dispensatori di perle di sapienza, modelli da seguire per le future generazioni, ma vengono stereotipati,  quasi ignorati da una società totalmente proiettata nei social media e nella comunicazione digitale.

Una modello di saggezza ci viene fornita, ancora una volta, dal mondo classico latino. Catone il censore diceva “Non smettere di imparare: sia tua cura accrescere ciò che sai. Raramente la sapienza è data solo dalla vecchiaia.” Senza dubbio si tratta di un valido elogio al sapere personale, ma ricorda anche che l’età da sola non porta alla saggezza.

Il divario generazionale

Lo sviluppo esponenziale delle tecnologie moderne ha permeato le nostre vite e ha ingigantito il divario generazionale compromettendo il legame dei giovani con un mondo moderno sempre più globalizzato, all’avanguardia ed emancipato, che rifiuta il suo passato ormai antiquato, retrogrado e obsoleto. Le fasce più anziane della popolazione si trovano catapultate in una realtà che non gli appartiene più e che si fa ogni giorno più distante.

Bisogna anche ammettere che questo stacco, da ciò che ci ha preceduto, è altresì necessario per compensare l’evolversi di una società che sta subendo cambiamenti radicali ad un ritmo a cui non si è mai assistito prima nella storia. La validità di ciò che possiamo apprendere dal nostro passato è messa in dubbio e questo soprattutto perché i modelli utilizzati dalle generazioni che ci hanno preceduto non trovano più un’adeguata integrazione nei contesti attuali.

Col passare del tempo la differenza tra giovani e  anziani si è amplificata a tal punto che nella società odierna convivono due generazioni agli antipodi e completamente differenti. I loro vissuti, le loro esperienze quotidiane e le loro opinioni viaggiano su binari paralleli che non sembrano trovare nessun punto di incontro.

Questa contrapposizione è diventata un elemento caratterizzante del nuovo millennio, una realtà stereotipata che forse può ritornare a condizioni più stabili solo con il giusto equilibrio tra la lezione del passato e la proiezione verso il futuro.

di Giuseppe Di Lella