La felicità

Un sorriso è ciò che accomuna tutti i momenti belli e ciò che ci rende felici.

Ma se basta solamente un sorriso allora perché così tanti sono alla ricerca di quella cosa che chiamano FELICITÀ’? 

Una domanda mi sorge spontanea ‘’Come fai a sapere di essere felice quando sei felice? Come sai che non si tratta di rabbia o di tristezza ?’’

Dicono ‘’sii felice’’ presupponendo che ognuno sappia come fare. Si dice che l’apparenza a volte inganni e quanto spesso ai giorni d’oggi ci scontriamo con una realtà quasi assurda, l’apparente bisogno delle persone di mostrare quanto siamo felici a volte sfocia in una sola scarna apparenza che rischia di annacquare la loro vera essenza. 

La vera essenza della FELICITÀ.

Pare quasi che scattare la foto a quel quadro sia più importante che ammirarne la bellezza. 

La felicità consiste in ciò che fa star bene, ciò che fa sentire davvero intriso, immerso nel processo della vita. L’essere felice è un po’ come entrare in una vasca da bagno dove l’acqua non è né troppo calda né troppo fredda ma è a quella temperatura ideale che fa uscire un sospiro quasi di sollievo, tranquillità. 

In giro per il mondo ormai è pieno di persone che spacciano l’essere positivo come la soluzione a tutti i problemi. Come questi grandi maestri ultra positivi che non fanno altro che gridare al mondo quanto sono felici, che parlano di essere sempre felice che ognuno debba essere sempre fastidiosamente felice con tutti, spacciando questa come la chiave di qualsiasi successo.

Non vorrei essere fraintesa, mi piace sentire cose positive e sapere che ci sono persone che hanno da dire qualcosa di buono su di una persona, questo è stupendo ma la verità è che ciò di cui abbiamo davvero bisogno è una buona dose di autenticità. 

Lo sanno bene tutti che dire sempre e solo quello che ogni persona vorrebbe sentirsi dire non porterà necessariamente al risultato.    

L’essere felice non è semplicemente una cosa, inizia con il rendere conto che l’essere felice è un processo e ci sarai già più vicino. Non è dato dal caso, è dato che la maggior parte di questo processo è frutto da come utilizziamo il nostro cervello per pensare ed agire. Mi fa piacere soffermarmi sulle cose che mi rendono felice semplicemente e riservare le cose che mi rendono poco felice al solo quando è necessario. Proprio perché anche quei momenti sono importanti ma solo al momento giusto sono dell’avviso che sia doveroso utilizzare le situazioni difficili per  apprezzare maggiormente tutto il resto del tempo che spendiamo ad essere felici.

Ci sono persone che per via del loro passato, si perdono dentro di loro a rivivere giorno per giorno un qualche trauma. Sono così tanto concentrate sul processo di rivivere quelle cose fastidiose che cancellano letteralmente dalla loro mente i momenti che le rendono felici, spedendolo nel dimenticatoio. Ciò che vi occorre non è focalizzarvi sul perché le cose sono andate in un certo verso rispetto che un altro, ma concentratevi piuttosto su ciò che funziona, domandatevi cosa davvero vi rende felici

Se la vostra relazione è più una tortura che altro, questo vi sembra significhi essere felici? Se il vostro lavoro vi opprime, quello significa essere felici? Se il modo in cui vi cibate, vi sta portando a più danni che altro, questo vi pare star bene? Il punto è che per ottenere la cosiddetta ‘’felicità’’ a volte dobbiamo essere disposti a passare per strade tortuose e che non sempre ci piace. Questo perché se aspetti che sia l’esterno a provocare la tua felicità non farai altro che cercarla al di fuori, senza accorgerti che la felicità parte proprio da te. Quando si cerca di trovare relazioni tra una causa e l’effetto si trova quello che si cerca e se cerchi schifezze, stai tranquillo che ne troverai in abbondanza. 

Ma penso che nessuno voglia questo o mi sbaglio? Semplificare eccessivamente il mondo e credere di dovere essere sempre felici e positivi indipendentemente dalle circostanze non è sempre l’approccio più intelligente. Questo è utile, infatti, solo in alcuni contesti. Dovete essere voi, prendendo dalle giuste persone quante più abilità possibili a creare poi il vostro magico approccio all’applicazione delle vostre abilità, e per giuste persone intendo che è inutile cercare la motivazione in cui non sa motivarsi. 

Il fare soldi in persone che non hanno mai fatto soldi è l’essere felici in persone che perennemente si flagellano con le loro stesse mani. Cercate persone che hanno ottenuto quel risultato e chiedetegli, se potete, come hanno fatto a raggiungerlo altrimenti studiatele. 

L’essenza dell’essere felici è che non esiste la felicità ma esiste il processo dell’esserlo che è dato da una serie di passi che devi compiere. La felicità non la compri dal salumiere, non la trovi per strada o dentro una macchina: la felicità è un’abilità e come tutte le abilità vanno allenate. Bisogna letteralmente allenarsi per esserlo.

Se stai dando la colpa ai tuoi genitori per i tuoi comportamenti negativi, anche anni dopo che ti hanno cresciuto non stai prendendo la responsabilità necessaria a cambiare le cose, se cambi il modo in cui ti senti cambia anche il modo in cui agisci e questo cambia ciò che poi fai. Dovete spezzare quegli schemi ricorrenti dei potenziali che più primo è scegliere letteralmente di fare qualcosa di nuovo, se cambio le mie convinzioni è molto più facile cambiare ciò che provo e le cose che faccio. 

Questo lo ottieni iniziando ad assumerti la responsabilità di come comunichi un giorno alla volta assumendosi la responsabilità di come agisci e reagisci a ciò che ti accade. 

Se il tuo compito è star bene nonostante tutto, il tuo comportamento sappi che viene influenzato da ciò che percepisci ciò che provi determina il tuo comportamento, e certamente tu puoi cambiare: essere più felici, essere positivi non significa che bisogna essere arrabbiati se non si riesce a fare ciò che si ha in mente di fare anzi è una delle cose che sprona. Questo succede anche a me, quando cerco di fare qualcosa e non funziona capita che mi arrabbi, anche molto e voglio trovare un modo per riuscirci e così mi metto alla ricerca di cosa possa funzionare. Questo è imparare ad utilizzare i vari stati per migliorare, se si osservano le persone di grande successo, non è che stiano sempre bene: provano dolore e piacere ma entrambi portano la persona verso comportamenti inutili; non è che i grandi atleti stanno a vantarsi tutto il giorno e arrotolarsi dell’autocompiacimento non è affatto così che diventano migliori e non è affatto quella che chiamano felicità. 

La verità è che per essere felici, per star bene dobbiamo avere meccanismi nella testa, che non siano basati esclusivamente sulla positività ma sulla positività del loro funzionamento. 

Quando faccio un errore, mi dico che la prossima volta dovrò fare del mio meglio, non vale la pena starci male e se c’è qualcuno che mi importuna o che fa qualcosa per farmi uscire fuori di testa, non faccio altro che dirmi che ebete, e non ci penso più. La felicità non è un immobile che può essere acquistato per andarci a vivere, la felicità è un effetto del fare qualcos’altro ma non è detto che ci si raggiunga accumulando oggetti soggetti né sposando la ragazza o ragazzo perfetto. 

Bisogna imparare ad essere felici senza nessuna ragione, il vivere felici e la vera libertà sta nel rendersi conto che si può acquisire consapevolezza ed esercitare una scelta. Il processo di essere felici è un processo attivo e bisogna prima di tutto mettere ordine nella propria testa perché l’opposto dell’ordine è il caos e vivere costantemente nel disordine non è la cosa più funzionale per un essere umano, che sia di genere maschile o femminile. 

La seconda cosa importante è come curate la vostra mente, dovete fornirle come carburante pensieri improntati al trovare soluzioni ai problemi e non problemi alle soluzioni. 

Attraverso il nostro pensiero il nostro parlare le nostre abitudini il nostro agire influenziamo la composizione e il tipo di sostanze che vengono rilasciate dal nostro cervello: è CHIMICA!!!

Imparate a giocare con la chimica del vostro cervello e saprete come superare questi momenti di tristezza, rabbia o malessere che vi opprimono più velocemente di quanto immaginate fosse possibile portando ad uno stato di benessere e di felicità durature per la maggior parte del tempo. 

Bisogna lavorare su se stessi perché l’essere felici non è il frutto di una cosa ma l’insieme di tutte le cose che facciamo durante le nostre ore, durante i nostri giorni, durante i mesi e gli anni che trascorriamo sono ABITUDINI e come tutte quest’ultime ci porteranno a sperimentare più situazioni felici per la maggior parte del tempo o meno a seconda di quelle che scegliamo.

Ricorda che c’è una persona con cui vivrai tutta la vita e quella persona sei TU.

Cura te stesso, e proprio come una pianta se te ne sarai preso cura a dovere e avrai dato a lei le giuste attenzioni crescerà rigogliosa e tu stesso capirai che la felicità non sta nei suoi frutti ma nella gioia semplicemente della sua esistenza.

Ionita Elena Loredana  III E