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“Casina”, l’avvincente ed intricata commedia plautina

“Casina” è una commedia realizzata dal celebre Tito Maccio Plauto, uno dei maggiori esponenti della palliata. 

Trama. Casina è una giovane fanciulla molto bella e fortemente amata dal proprio padrone e dal figlio di questi. All’interno della commedia aumenta sempre di più la competizione tra i due; per non fare sospettare nulla, essi si avvalgono dei propri servi. Nel caso del padrone abbiamo il suo fattore, mentre per il figlio il suo scudiero. La decisione sarà affidata alla sorte che premierà il vecchio, anche se questi sarà ingannato dalla moglie che farà travestire lo scudiero del figlio affinché sia molto simile a Casina, motivo per il quale sarà molto corteggiato. Ciò provocherà molta vergogna al padrone in quanto la situazione, che allude ad un rapporto omosessuale era condannata dalla morale romana.

All’interno dell’opera vi sono otto personaggi, che compaiono gradualmente all’interno della vicenda.  Lisidamo, il padrone, è una persona sciocca che spesso riesce a cacciarsi da solo in situazioni a lui sfavorevoli.  Il suo fattore è Olimpione, rappresentato come una persona rozza come quando insulta in maniera anche volgare Calino, lo scudiero del figlio, Eutinico, del quale non sappiamo nulla. Possiamo dire che lo scudiero non sia di certo una persona molto elegante, come possiamo dedurre anche dalle risposte alle offese di Olimpione.                            Gli ultimi due personaggi maschili all’interno dell’opera sono Citrione, che è il cuoco e compare solo in qualche scena, e Alcesimo, caro amico di Lisidamo, che lo aiuta affinché il giorno del matrimonio la sua casa sia libera per lui e Casina. 

Le figure femminili sono: Cleostrata, ovvero la moglie, che è una persona tanto scaltra da capire in breve tempo l’inganno, motivo per il quale è lei che poi, insieme a Mirrina, la donna di Alcesimo, attuerà un piano per vendicarsi del proprio marito. Per concludere, l’ultimo personaggio è la serva Pardalisca che riuscirà a fingere molto bene quando pronuncerà delle sentenze false rivolgendosi a Lisidamo pur di farlo spaventare.

La commedia è ambientata ad Atene, elemento dal quale deduciamo che si tratti di una fabula palliata, ovvero una commedia di argomento greco in quanto il “pallium” era il tipico mantello indossato dai magistri greci, ovvero coloro che ricoprivano le cariche politiche più alte. Andando più nello specifico, possiamo affermare che gli atti siano rappresentati in due domus, quella di Lisidamo e quella del suo amico Alcesimo, ma si fa anche riferimento ad una fattoria nella quale sarebbe stata condotta Casina.                                                                                                                     

Il registro linguistico non è elevato, è, per lo più, colloquiale. Possiamo però dire che talvolta, all’interno del dialogo tra i due coniugi Lisidamo e Cleostrata, poiché questi appartengono ad un elevato ceto sociale, ritroviamo delle espressioni o parole ricercate. Inoltre, ho trovato divertenti le numerose onomatopee all’interno dell’opera che aiutavano il lettore a comprendere meglio la situazione nella quale un determinato personaggio si trovava.

Per concludere, posso asserire che la commedia che ho deciso di leggere mi è piaciuta molto, in quanto tratta una storia interessante, che ha fatto sì che io fossi sempre invogliato a continuare la lettura, per scoprire come si sarebbe conclusa la vicenda. Inoltre, l’ho apprezzata anche perché presenta una trama di facile comprensione, e ha una struttura lineare.

Tommaso Giardina, III I