Fair Play, il gioco corretto

Nell’Ottocento nasce in Inghilterra il concetto di fair play: il “gioco corretto”, una serie di regole dettate da un codice di comportamento che mette al primo posto il rispetto di se stessi, degli altri e delle regole. In Italia Il Comitato Nazionale Italiano Fair Play, riconosciuto dal Coni, è nato con lo scopo di divulgare una cultura “sana” dello sport, sottolineandone il vero valore educativo.
Per i ragazzi della nostra età può diventare un grande strumento di crescita, specialmente se viene praticato con altri coetanei, come succede nei team e nelle squadre. Stando con gli altri s’impara a comunicare, a confrontarsi, a condividere gioie e dolori, ci si educa.
Lo sport rappresenta un insieme di regole condivise socialmente e, come tale, serve a stare in mezzo agli altri, a rispettarli nelle loro capacità e diversità; nello stesso tempo ti aiuta a conoscerti meglio, rendendoti capace di affrontare possibili frustrazioni, senza scoraggiarti o cercare rifugio in comportamenti aggressivi e antisociali. Chi guarda una gara o competizione spesso s’immedesima nell’atleta, vivendo insieme a lui la gioia di una vittoria o la delusione di una sconfitta. Conoscere il regolamento di uno sport ci permette di essere spettatori più consapevoli, ma spesso ci lamentiamo quando il nostro beniamino o la nostra squadra del cuore viene sanzionata per qualche scorrettezza commessa, criticando giudici e arbitri. Lo spettatore, come il vero atleta, non dovrebbe mai far ricorso alla violenza per tifare in una competizione sportiva.
Assistiamo continuamente a scene di violenza “gratuita”, soprattutto negli stadi; è statisticamente provato che la maggior violenza per quanto riguarda il tifo riguarda soprattutto lo sport del calcio. Alle scorrettezze in campo si uniscono atti vandalici e striscioni discriminanti sugli spalti, risse a volte mortali dentro e fuori gli stadi.
Purtroppo, nonostante esista questo documento, i principi non sono ancora rispettati da tutti. A volte non si rispetta l’avversario e non si rispettano le decisioni degli arbitri e si reagisce in maniera violenta con delle aggressioni fisiche o verbali. Questo ci fa capire che ancora oggi lo sport non sia un momento di divertimento e di svago.
Bisogna rispettare le regole ed essere leali in campo, solo in questo modo lo sport può andare avanti. “Lo sport è di tutti e per tutti. E’ l’attività divertente ed emozionante di chi lo pratica,
dilettante o professionista, normodotato o disabile che sia, è lo spettacolo coinvolgente di chi lo guarda.”

Giordano Costa, III M

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– John Doe