“Il telaio della memoria” – parte quarta

Il posto che sto per descrivere non è un luogo qualsiasi, è uno di quei posti che ti rimane nel cuore, che non può essere condiviso con tutti. E’ un posto sperduto, nascosto dalla vita frenetica di tutti i giorni, che bisogna tenere segreto  per non perderne la magia. E’ inspiegabile la sensazione che si crea nel momento in cui si è lì, fermi, immobili ad ascoltare solo il rumore delle onde che si scagliano con forza su quei cubi di cemento messi ad aspettare qualcuno che vi si sieda.

E’ un posto ricco di storie, passate e nuove, che si aggiungono ogni giorno, storie di ragazzi innamorati che si scambiano baci innocenti, storie di amicizie indistruttibili, storie di amori che finiranno poco dopo e di amori eterni, storie di sorrisi, di abbracci tra amici, pensieri, emozioni, lacrime , ansie e paure.

Di sicuro non ha l’importanza di un monumento che rimane bloccato nel tempo a ricordo di un periodo passato, è qualcosa di più bello, è un insieme di ricordi diversi, vissuti in tempi diversi, con intensità differenti, per tenere a mente la propria di storia, quella che ci rimane segnata addosso. E’ un luogo in cui si crea pace perché sembra quasi come se il tempo si fermasse, come se in quel luogo chiunque fosse in grado di condividere tutto con la solitudine in cui si affonda o con quella persona che per essere stata portata lì deve essere una di quelle che fa bene al cuore.

Chissà tra venti, trenta, quaranta anni come mi sentirò nel rivedere quel posto, chissà quante lacrime scenderanno sul mio viso e chissà con chi lo rivivrò, magari con una di quelle persone che era stata lì con me tanto tempo prima, oppure con qualcuno che continuerà a coltivare, nello stesso posto, quei ricordi e quelle emozioni che non l’abbandoneranno mai.

Alice Pardi

 

La spiaggia di Punta Penna, oltre ad essere una meta turistica, è un bellissimo ricordo per tutti i vastesi che, in ogni stagione dell’anno la frequentano.

In estate la spiaggia è molto affollata e accoglie tante persone che si rilassano e prendono il sole. Ma è al tramonto che la bellezza del posto emerge.

La luce che riflette sull’acqua cristallina, la musica di una chitarra di qualche comitiva di ragazzi più in là, i piedi nell’acqua, l’aria fresca che muove i capelli, la pelle dorata, i pensieri che si rincorrono nella mente e trovano pace solo quando il sole tocca la linea del mare. Queste sono le sensazioni che si possono provare su di una spiaggia così suggestiva.

La spiaggia non è solo sabbia e mare, è ognuno di noi. Siamo proprio noi aad animarla e viverla. Ogni ricordo, ogni risata e ogni tuffo rendono la spiaggia un ricordo comune, un punto d’incontro, un posto dove lasciare un pezzettino di cuore.

Giulia Marchesani

Uno dei simboli per eccellenza del golfo vastese è rappresentato dal pontile, un lungo braccio proteso verso il mare, da cui è possibile osservare tutta la costa e la splendida sagoma della nostra città adagiata sulla collina.

Se oggi il pontile ha una funzione puramente estetica, per permettere la passeggiata sul mare, anticamente aveva una funzione di servizio per imbarcazioni da pesca. Una sosta sulla comoda e ampia piattaforma, è quasi d’obbligo per godere al meglio della visuale di Vasto e respirare l’aria fresca che sale dal mare.

Il pontile è un pezzo fondamentale della mia infanzia. Fin da bambina andavo sul pontile quasi ogni mattina d’estate, all’alba, con mio fratello e mio nonno, muniti di attrezzatura da pesca. Non prendevamo quasi mai niente, ma passavamo sempre delle bellissime giornate a ridere e a cantare canzoni di Vasco Rossi. Spesso ci mettevamo a ballare e a parlare con il mare.

Tutt’ora l’estate torno lì per vedere l’alba, ascoltando Vasco Rossi, ricordando mio nonno.

Arianna Torricella