Intervista a Noemi Urso

Oggi, 29/03/2022, in occasione della 23° edizione del Festival della Scienza/Ad ventura, in Auditorium si è tenuto un convegno sull’information disorder con Noemi Urso, caporedattrice di BUTAC dal 2015, autrice specializzata in comunicazione digitale.
A fine convegno abbiamo approfittato per  fare una breve intervista alla Urso. 

I: In questo periodo con la guerra in Ucraina c’è moltissima disinformazione, dato che la Russia cerca di minimizzare l’accaduto e l’Ucraina di ingigantirlo, entrambi i paesi fanno propaganda e questo causa l’information disorder. Cosa ne pensa? 
N: Usare la disinformazione come tattica di guerra non è una cosa nuova, ora ovviamente con internet è tutto più amplificato. La Russia stava preparando il terreno per la diffusione di notizie false già da anni anche cercando di manipolare le elezioni in diverse occasioni. Anche l’Ucraina sta sicuramente utilizzando i social come mezzo di propaganda.
Tutto ciò è anche normale: i social sono uno strumento potentissimo e sarebbe da sciocchi non utilizzarlo. Però quella della Russia è una situazione sistematica organizzata.

I: Anche con il covid-19 si è verificata una simile situazione di diffusione di notizie infondate, ad esempio sono nati dei gruppi Telegram nei quali alcune persone senza qualificazione esprimono tesi e teorie complottiste sui vaccini.
N: Delle volte per confermare le loro tesi, devono stimolare le paure della gente quindi cercano dei necrologi e li mettono in fila, se vai a vedere un qualunque sito o gruppo no-vax c’è una parte simile ad un cimitero, vogliono insinuare che la maggior parte delle morti avvenute negli ultimi due anni sono dovute alle reazioni avverse del vaccino. Non avendo degli elementi in un’analisi più ampia si tende a credere ad una narrazione che viene da un solo punto di vista.

I: Un’ultima domanda: come si può prevenire la disinformazione? Anche per persone che non possono informarsi correttamente.
N: Bisogna spiegarglielo cercando di essere più chiari e comprensibili possibili: bisogna far capire loro che non tutte le informazioni che passano in televisione sono corrette e che andrebbe tutto verificato, quando è possibile ovviamente.
I: Grazie mille per il tuo tempo!
N: Grazie a te!

Francesca Bruno