Dal bullismo al cyberbullismo il passo è breve

Il cyberbullismo, il bullismo virtuale, è un fenomeno di cui la ricerca ha cominciato ad occuparsi molto recentemente, all’inizio del 2000; esso viene definito da Smith et al. Come “un atto aggressivo e intenzionale, condotto da un individuo o gruppo di individui, usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel corso del tempo contro una vittima che ha difficoltà a difendersi”.

Questa definizione risulta simile a quella del bullismo tradizionale ma, in più, coinvolge l’uso delle nuove tecnologie di comunicazione (Menesini e Nocentini, 2009). 

La definizione di Smith et al., però, non è condivisa: alcuni autori Genta, Brighi, Guarini, 2009 infatti ritengono che per il cyberbullismo non sia necessario che l’atto aggressivo sia ripetuto, a differenza per esempio, un solo filmato inserito su youtube e visibile da migliaia di ragazzi può essere così potente da avere effetti negativi anche se in realtà è un singolo video pubblicato; inoltre, un filmato che può essere visto più e più volte da più e più persone, non si può considerare ripetuto? 

Slonje e Smith 2008 ritengono che un messaggio, foto o video inviati a molte persone o pubblicati in Internet, dove il pubblico è vastissimo, possano essere considerati come ripetuti Menesini e Nocentini, 2009. Secondo questi autori, dunque, il criterio della ripetizione è poco rilevante nella definizione del cyberbullismo, a differenza invece di quanto accade per il bullismo, in quanto un singolo gesto può oltrepassare, grazie alle tecnologie, ogni limite di spazio e tempo. 

Altra definizione di cyberbullismo è quella di Chisholm 2006: “il cyberbullismo coinvolge bambini e adolescenti sia come vittime che come perpetratori in attività violente, pericolose e minacciose nel cyberspazio… Il cyberbullismo, a differenza del bullismo in cui il bullo si confronta faccia a faccia con la vittima, rinforza il danno alla cybervittima a causa della natura virtuale del cyberspazio; in esso, il bullo può nascondersi dietro uno schermo, commettere atti con vasto pubblico e in modo anonimo, senza la paura di essere scoperto e punito.

Similmente, Juvonen e Gross  2008 ritengono che il cyberbullismo sia “l’uso di Internet o altre tecnologie digitali finalizzato a insultare o minacciare qualcuno… Una modalità di intimidazione pervasiva che può accadere ad un giovane che usa mezzi di comunicazione elettronici” 

Quando parliamo di cyberbullismo non possiamo non parlare dei suoi effetti, e nell’analisi delle conseguenze tendiamo a focalizzarci su chi  subisce il gesto. Tuttavia sono sempre più le ricerche che ci indicano che le conseguenze di questo fenomeno coinvolgono anche chi commette il gesto, e non solo: anche chi assiste ne viene colpito.

Il cyberbullismo si rivela spesso la naturale estensione di un bullismo che sta già avvenendo offline. In questo caso i ragazzi coinvolti si conoscono, ed esiste un gruppo a conoscenza del fenomeno, anche se non tutti vi hanno partecipato direttamente (né come attori e né come spettatori).

Questo fa del cyberbullismo un fenomeno che va al di là della semplice, e ormai superficiale, distinzione tra vittima e carnefice. Le ricerche infatti ci indicano che il Cyberbullismo è un fenomeno di gruppo, per il quale è necessario andare oltre le distinzioni a cui il bullismo tradizionale ci ha abituati. Il tema del Cyberbullismo è ormai entrato nel nostro immaginario collettivo, permeando il tessuto del nostro sociale.

Il costante abbassamento dell’età in cui le nuove generazioni hanno accesso ad uno smartphone indipendente dal controllo dei loro genitori comporta la costante crescita di questo fenomeno. La varietà di formati offerta da una miriade di applicazioni e di piattaforme comporta inoltre il ramificarsi e il differenziarsi di questo fenomeno

I mass media ci hanno abituato a pensare a questo fenomeno come ad un qualcosa di immediato, fulmineo, per il quale le persone coinvolte reagiscono sulla scia dell’impulsività, del trasporto emotivo del momento. Nell’immaginario collettivo abbiamo la scena di un ragazzo che riceve all’improvviso un messaggio particolarmente negativo, seguito dai commenti di altri ragazzi, e quindi decide di compiere un gesto estremo. Nulla è più lontano dalla realtà. Questa forma di Cyberbullismo si sviluppa nel tempo, spesso a partire  dal bullismo tradizionale, in cui il ragazzo è fatto bersaglio per settimane, forse anche mesi, prima che i suoi persecutori decidano di aumentare l’effetto del loro gesto e spostare il tutto online.

Alessandro Amabile, III C