Vita e storia della famiglia Belier. Recensione

 

L’handicap o disabilità rappresenta per definizione la condizione di chi a seguito di una o più menomazioni riesce a interagire in maniera ridotta nell’ambito sociale. Da sempre dunque si è abituati ad immaginare l’handicap unicamente nell’accezione negativa del termine. Tuttavia il film del regista Eric Lartigau, induce ad un’importantissima riflessione e attraverso la vita e la storia della famiglia Belier lancia un messaggio fortissimo a favore dei diversamente abili e non solo. La storia di Paula e del suo importantissimo ruolo all’interno della famiglia composta da padre madre e fratello sordomuti ci induce a riflettere sull’importanza dei legami affettivi che nell’esempio citato permettono alla protagonista di far si che la sua famiglia riesca a ricavarsi un ruolo è una posizione all’interno della comunità nella quale vive, e ciò nonostante la condizione di limitazione a cui sembrerebbe essere condannata.  Paula sarà infatti la loro voce al mercato dei formaggi, al colloquio con i medici con gli intermediari bancari, quella stessa voce che le consentirà di inseguire e raggiungere il proprio sogno quello di fare la cantante. Eppure la storia della famiglia di Paula non deve far pensare al racconto della vita di persone infelici, condannati ad un’esistenza di disagi. Sarà il padre di Paula in una delle scene più belle del film a fare un senso ed un significato diverso. Sarà Rudolf a definire L’handicap una identità ed è proprio questa la chiave di svolta. Il fatto stesso di essere sordomuto non impedirà infatti all’uomo di perseguire con caparbietà e costanza semplicemente una strada alternativa e che lo condurrà oltre ogni aspettativa al ruolo di primo cittadino. La storia della famiglia Belier per questo secondo me potrebbe con le dovute eccezioni rappresentare la storia di ciascun uomo sulla terra; personalmente ho provato ad immaginare la vita di un disabile, fortunatamente l’ho solo potuta immaginare, ma credo che ognuno di noi a proprio modo possa definirsi “handicappato “ nei confronti di ciò che possa celarsi dietro una paura dietro una fobia o l’incertezza o incapacità di attuare qualcosa. Dunque ognuno di noi ha un limite o una limitazione a cui far fronte; superarla significa riuscire a comprenderla ad imparare a conviverci e a far si che emerga invece la nostra vera identità che di sicuro si cela dentro di noi sotto tante altre forme e attitudini. L’handicap dunque per me non è altro che una diversa abilità ( sembra suonare anche meglio) basta solo riuscire a farla emergere.

Alessandro Amabile, III C