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Transizione energetica ed ecologica: un laboratorio di idee sul futuro del nostro pianeta

Foto di Francesca Zara

Il 17 gennaio si è tenuto, presso il Laboratorio di Informatica Mattioli, un incontro sulla transizione energetica ed ecologica, volto a diffondere consapevolezza riguardo il problema climatico che giorno dopo giorno diventa sempre più critico. Il referente della Cooperativa Ossigeno Bologna ha catturato l’attenzione chiedendo: “scrivi tre parole per indicare cosa secondo te  la transizione energetica ed ecologica.” dando a tutti la possibilità di rispondere inserendo un codice nel sito menti.com .

 Le risposte sono state varie: ambiente, riscaldamento globale, sostenibilità, energia rinnovabile. Dopo aver visualizzato le parole inserite dai ragazzi, il referente ha spiegato cos’è e perché risulta necessaria la transizione ecologica, ovvero, un nuovo modello economico e sociale sviluppato per riformulare, in modo sostenibile, il modo in cui le risorse del pianeta vengono sfruttate e dunque per usare meno combustibili fossili al fine di cercare di ridurre l’inquinamento.

Ha  mostrato poi dei grafici per evidenziare come sono variate le anomalie climatiche dagli anni ’70 in avanti. Negli anni ’70 e ’80 erano solo pura “curiosità scientifica”, fonte di ricerca ma non di preoccupazione come sono diventate in seguito a causa dell’elevata produzione di CO2 . Adesso si parla di cercare di contenere questo riscaldamento globale, ma siamo parecchio in ritardo.

A dimostrazione di ciò sono state mostrate delle foto di disastri: la tragedia della Marmolada, del 4 luglio 2022, quando una parte del ghiacciaio si è improvvisamente staccata per il troppo caldo cadendo su un gruppo di alpinisti che stavano salendo sul ghiacciaio. L’alluvione delle Marche del 15 settembre 2022, la particolarità di questo caso è la rapidità dell’evento. Una cosa del genere, usualmente, accade in molti giorni di pioggia, invece solamente nella notte del 15 settembre, è piovuto in quantità spaventose, quantità che normalmente calcoliamo in tutto il territorio delle Marche in un anno. Qualunque sistema idraulico non sarebbe in grado di reggere una simile alluvione. La pioggia ha completamente sventrato la valle. L’ultima foto invece ha mostrato l’esatto opposto: l’estate del 2022 è stata la più secca e calda in assoluto del Nord Italia: si sono create le condizioni perfette per una sorta di desertificazione a causa soprattutto di scarse precipitazioni.

Questi tre eventi cominciano a dirci che la crisi climatica è influente sulle nostre figure e distrugge i sistemi produttivi.

Anche nel 2020 ci sono stati molti disastri legati al cambiamento climatico : scarsità di precipitazioni, niente pioggia, niente neve in montagna, il Po al di sotto del limite che ha costretto l’interruzione del lavoro di molte centrali elettriche.

Viene così introdotto il discorso sulle COP, dei momenti cooperativi che vengono tenuti dai principali esponenti del mondo, nei quali si  ritrovano per discutere tematiche ambientali. Con COP26, nel 2021 abbiamo raggiunto un traguardo importante, ovvero il primo accordo sul clima che ha delle ricadute immediate.

Glasgow, ad esempio, ha nei punti l’obiettivo di mantenere entro il 2050 la “neutralità climatica“, ovvero tutta la quantità di CO2 che c’è nell’aria dovrà rimanere tale. Se se ne dovesse fare un uso maggiore, di quello stabilito, andrebbero trovate delle soluzioni per compensarla, come l’aumento degli alberi piantati. Solo la Cina non si è accordata, anche se ha stabilito lo stesso obiettivo con scadenza prorogata nel 2060, poiché gran parte del commercio cinese è basato sulle industrie e qualsiasi taglio di CO2 potrebbe portare disagio economico a più di 2 miliardi di persone.

Ciò dimostra che l’attenzione verso la risoluzione dei problemi ambientali è elevata per tutti ma non molto semplice da portare avanti. Uno degli obiettivi è senz’altro andare verso nuove fonti di produzione di energia, come già successo in passato. Per esempio, nel 17° secolo, il passaggio dalla legna al Carbone e poi, nel 20° secolo, dal carbone al petrolio.  Il ricercatore della Cooperativa Ossigeno Bologna  ha proposto una legge e avviato, con i ragazzi, una votazione.

La legge proposta consiste nello spostare la combustione fossile verso quella con fonti rinnovabili aumentando del 50% i guadagni per il venditore di energia creata da fonti rinnovabili e aumentando la tassazione del 50% per il venditore in caso di vendita di energia fossile. Votando sul sito menti.com si è raggiunta una maggioranza e ha vinto l’approvazione della legge.

“Quali sarebbero le conseguenze?” . Proiettiamoci  6 anni avanti per vedere quali potrebbero essere gli articoli di un giornale futuro.

Il primo articolo può affermare che “le emissioni sono senz’altro in calo grazie a questa legge e gli scienziati sono fiduciosi anche se il percorso è ancora difficile”, un secondo articolo parla invece di crisi del grano, “un crollo di produzione del 75% di esso e altri cereali che potrebbe portare ad una grandissima carestia e un altissimo tasso di mortalità infantile”, questo perché con il varo della legge destinano il 30% degli ettari a disposizione dell’azienda alla produzione di grano e il restante 70% per la produzione di biomassa e dunque il grano ha meno spazio per crescere e cresce in minori quantità. Un terzo articolo parla della “riduzione della speranza di vita… è il calo più importante dopo quella della pandemia del 2020” e della “più frequente presenza di basse temperature nelle case e nei luoghi pubblici: questo poiché se produrre energia rinnovabile costa di più ed è prodotta in minore quantità, è un problema per le case, per gli ospedali, le aziende ecc.

La conclusione è che non esistono soluzioni semplici ad un problema complesso e le variazioni climatiche sono proprio questo, complessità, che spesso sorgono da informazioni che vengono omesse o considerate di poco conto. A conclusione sono state elencate alcune soluzioni quali l’aumento dell’utilizzo di fonti di energia  rinnovabile, l’elettrificazione di molti settori, come quello agricolo, la decarbonizzazione graduale, la digitalizzazione degli impianti, nuovi settori energetici, stoccaggio energia. Questi sono i sei filoni, pensati dall’Unione Europea, da seguire per investire al meglio le nostre risorse

Sara Di Rocco

Alessandra Giorgetta