• Home
  • Blog
  • Articoli
  • Il labirinto di Villa Pisani considerato il più difficile del mondo

Il labirinto di Villa Pisani considerato il più difficile del mondo

In Italia abbiamo quello che viene considerato il labirinto più difficile al mondo! Si tratta del Labirinto di Villa Pisani, realizzato su progetto dell’architetto padovano Girolamo Frigimelica de’ Roberti. E’ una delle principali mete turistiche del Veneto che, grazie alle sue imponenti siepi, non offre tregua ai visitatori che si perdono al suo interno.

Villa Pisani è stata costruita per la nobile famiglia veneziana dei Pisani di Santo Stefano. La costruzione della villa, del parco e del labirinto, che copre una superficie di duemila metri quadrati, fu commissionata dal procuratore Alvise Pisani, doge di Venezia nel 1735. Il progetto del parco, ad opera dell’architetto de’ Roberti, è basato sull’incrocio di assi ottici. In fondo le scuderie per i cavalli furono create come finta facciata, una sorta di palcoscenico di sfondo per una società teatrale del 1700, e dove Carlo Goldoni inscenava le sue commedie. Al centro è posizionata una torretta belvedere, sormontata da una statua di Minerva, protagonista del gioco “dama e cavaliere“. Sulla torre la dama col volto mascherato attendeva il cavaliere che doveva raggiungerla. Una volta arrivato, lei svelava la sua vera identità, ma era sempre una sorpresa, esprimendo così il desiderio inconscio di perdersi per poi ritrovarsi.

D’Annunzio, che amava particolarmente parchi e giardini (ne è un esempio il Vittoriale, sua ultima dimora), scriveva nell’opera “Il fuoco”: “Non si scorgeva di là dal cancello se non il principio di un tramite e una sorta di selva intricata e dura, un’apparenza misteriosa e folta. Dal centro dell’intrico s’alzava una torre, e in cima alla torre la statua di un guerriero pareva stesse alle vedette”.
Sembra che persino Napoleone, proprietario per un periodo di Villa Pisani, sia stato sconfitto da questo labirinto.

Il mito del labirinto compare in civiltà ed epoche diverse, in luoghi lontani, e risulta attuale oggi più che mai. Il gioco del perdersi per ritrovare se stessi, a contatto con il verde e la natura, offre innumerevoli varianti, da sperimentare da soli o in compagnia. Il labirinto è un simbolo che ricorre con enorme frequenza nella storia dell’umanità. Esso è presente in culture, miti e religioni più disparate, ma anche nell’arte e nella filosofia. La storia dei labirinti è complessa, intricata e affascinante, così come lo sono i percorsi che li strutturano. Sono giardini fatti appositamente per perdere la cognizione dello spazio e del tempo: siepi chilometriche, interminabili e fittissime, che si innalzano a muro intorno al sentiero da percorrere. Luoghi in cui l’orientamento diventa difficile perché non si scorge l’orizzonte.

Il labirinto è strettamente collegato al mito di Cnosso. Apollodoro, scrittore del I secolo a.C., descrive la storia di Teseo, il quale, grazie alla complicità di Arianna, riesce a uccidere il terribile Minotauro nascosto al centro del dedalo di Cnosso, presso Creta, e a trovare poi la via d’uscita. Nel mito greco il labirinto è dunque una prigione da cui non si può fuggire, salvo casi eccezionali, e nell’Eneide nasconde infatti l’entrata dell’Ade.

L’arte tantrica vede nel labirinto l’aspetto mentale dello spirito. Nell’antico dedalo egizio, invece, viene rappresentata la struttura dell’universo. In India è una forma di buon auspicio. L’uomo medievale pensava invece rappresentasse la via di un pellegrinaggio. Per il buddhismo il labirinto è un’immagine del mandala: il processo mediante cui il cosmo si è formato dal suo centro; attraverso un articolato simbolismo esso consente una sorta di viaggio iniziatico che permette di crescere interiormente. Per la massoneria il dedalo è l’immagine della ricerca interiore: simboleggia la ricerca incessante della verità che prevede un cammino lungo, difficoltoso e generalmente solitario.

Diana Pachioli