Al Mattioli mi sono sentita subito a casa

Quinto anno di liceo, da piccola ci pensavo spesso, mi domandavo come sarei diventata, quale faccia avrei avuto, come sarebbe stato sentirsi grandi.

A poche ore dall’inizio di quest’ultimo anno da liceale non posso dire di sentirmi un’adulta, mi dispiace dover deludere eventuali aspettative. Se può essere di consolazione, posso dire di non essere più la bambina che quasi cinque anni fa ha varcato la soglia di quella porta a vetri per entrare in un mondo completamente nuovo.

Penso che quella di frequentare il Mattioli sia stata la prima vera scelta di pancia che io abbia mai fatto. Ero indecisa tra due scuole. Sono arrivata in ritardo all’ultimo open-day di quel gennaio 2019; mi hanno fatto entrare di corsa e, nell’atrio di una scuola ormai vuota e con qualche luce già spenta, è avvenuta la magia: inspiegabilmente mi sono sentita a casa. Quella breve visita è bastata a far cambiare idea ad una ragazzina che sembrava già aver preso una decisione. 

Ad oggi vi dico che è stata la scelta migliore che potessi fare. 

Questi anni mi hanno cambiata profondamente, ogni anno mi ha insegnato qualcosa di diverso. 

Il primo, spaccato in due: in presenza fino a marzo e poi DAD fino a giugno. E’ stato l’inizio di un percorso pieno di sorprese.

L’anno scolastico 2019-2020 l’ho passato da rappresentante di classe. Sorrido ripensando a quando tremando sono andata in una prima per chiedere di posticipare un compito in classe, primo vero “colloquio” con un docente, ricordo i secondi di gelo dopo la mia richiesta e poi la voce di un ragazzo tra i banchi che mi diceva che anche loro avevano appena fatto la stessa mossa e mi chiedeva di battergli il cinque (Ps: non ti ho mai ringraziato per aver alleggerito il carico, quindi se te ne ricordi, questo è il mio modo per sdebitarmi). 

Il terzo anno finalmente si è tornati alla normalità, presenza al 100% e la prima meravigliosa gita che non scorderò mai: quattro giorni tra le meraviglie della toscana passati a contemplare le opere d’arte e ridere di ogni cosa. 

Questa scuola, il suo ambiente mi hanno davvero aperto la mente dandomi la possibilità di crescere e cominciare a lavorare per diventare la versione migliore di me stessa (still work in progress). 

La scelta più importante degli ultimi periodi è stata forse un anno fa, quando ho accettato di partire per l’Erasmus. A molti sembrerà una scelta scontata e facile da prendere ma per me non lo è stata, per me era una sorta di salto nel vuoto: estremamente introversa, dedita alla routine e non all’avventura, insomma in un’altra vita sarei potuta tranquillamente essere un gatto domestico. Al ritorno dalla Germania, dopo solo una settimana mi sentivo ( e mi sento tutt’oggi) cambiata. Un viaggio all’estero con persone che conoscevo di vista o comunque poco e che si sono rivelate i migliori compagni di viaggio che potessi desiderare; essere riuscita a uscire dal mio guscio e ad aprirmi un po’ di più; l’essermi sentita spensierata in un contesto fuori dalle aspettative, mi sono vista cambiata, cresciuta e alla fine sono diventata anche amante delle avventure.  

Fondamentale, in questo mio percorso, il Mattioli’s Chronicles. Questo giornale scolastico mi ha dato la possibilità di superare i limiti, ho potuto scrivere e raccontare di storie e personaggi davvero unici, mi è stata data una voce assieme alla possibilità di assecondare una delle mie più grandi passioni che ho capito non voler abbandonare: la scrittura. 

Lo scorso gennaio ho partecipato all’ultimo open-day dell’anno e la parola che ho usato di più forse è stata “casa”, una seconda casa è ciò che è diventato questo liceo negli ultimi anni, per me e per molti altri studenti. 

Qui ho conosciuto i miei migliori amici che poi sono diventati la mia seconda famiglia e tante altre persone che ho incontrato magari anche per poco tempo ma che comunque mi hanno aiutato a crescere, dandomi consigli e mostrandomi visioni diverse dalle mie. 

Ho imparato che sbagliare non significa fallire, la visione cambia quando si sostituisce la parola errore con esperienza, le esperienze possono essere positive o negative, l’importante è che, in entrambi i casi, restino come insegnamenti.

Per i ragazzi del primo, non siete qui solo per studiare fino allo sfinimento e non siete qui solo per arrivare ad ottenere una determinata media, siete qui soprattutto per fare un viaggio, un viaggio di crescita alla scoperta di voi stessi e anche di una nuova realtà, diversa da quella delle medie. Nel corso di questi anni dovrete solo portare un po’ di pazienza e avere fiducia, tanta fiducia, perché i momenti difficili ci saranno ma vi posso assicurare che passano. Alla fine il Mattioli è un mondo pieno di possibilità e vi auguro possa diventare la vostra seconda casa. 

In questi anni ho scoperto lati di me che non sapevo nemmeno di avere.

Cogliete ogni opportunità che vi viene offerta. Anche se dovesse essere un salto nel vuoto, buttatevi, ne varrà la pena. 

Ad ora il quinto non mi spaventa, mi spaventa l’esame di stato ma non il quinto, il quinto mi trasmette nostalgia, per qualcosa che non è ancora finita ma sta scivolando via. Ho intenzione di godermi ogni singolo giorno, ogni singolo rimprovero dei professori, ogni singola volta che i miei compagni canteranno una canzone messa sulla Lim a squarciagola, ogni volta che balleremo tutti assieme Chico Chico, sperando di conoscere ancora meglio i miei compagni di viaggio e recuperare il tempo che ci ha sottratto la pandemia. Spero che il Mattioli abbia in serbo ancora molta “magia” per tutti noi ragazzi del quinto anno per concludere in bellezza. 

                                                                                                                                            Laura Del Casale