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Come uccidono le brave ragazze… “fare i compiti non è mai stato così pericoloso”

Se chiedete alle persone in città cos’è successo ad Andie Bell, loro vi risponderanno senza esitazione: “E’ stata uccisa da Salil. È stato lui dicono. Ma io non ne sono così sicura, non sono obbiettiva, ovvio che non lo sono, perché per ragioni che non sono proprio sicura di sapermi spiegare, voglio che Sal sia innocente. Cosa successe davvero ad Andie Bell il 20 aprile 2012? E se come mi dice il mio istinto Sal Singh non è colpevole, allora chi l’ha uccisa?

“Come uccidono le brave ragazze”, libro della trilogia dell’autrice Holly Jackson, tratta la storia di Pippa Fitz-amobi una giovane studentessa di 17 anni, che sceglie di sviluppare come argomento per il suo CPE (certificazione progetto esteso), il “presunto” omicidio irrisolto di Andie Bell, avvenuto 5 anni prima nella città di Little Kilton.

L’80% delle persone scomparse vengono ritrovate entro 24 ore. Il 97% vengono ritrovate entro la prima settimana. Il 99% dei casi viene risolto entro l’anno. Resta un 1%. L’1% delle persone che scompaiono non vengono mai ritrovate, ma solo lo 0,25% di tutti i casi di persona scomparsa ha un esito fatale.

E in tutto questo dove si posiziona Andie Bell? Sospesa da qualche parte tra l’1% e lo 0,25%.

Il suo corpo non è mai stato ritrovato, ma tutti ormai la considerano morta.

La struttura del libro è molto variegata, con una scrittura semplice e facile da comprendere. Al suo interno passiamo da articoli di giornale a trascrizioni d’interviste, messaggi, e-mail, diari, appunti e documenti di vario tipo. Tutti questi elementi sono comunque un’aggiunta, che dona al libro un maggiore senso di realismo e al lettore un senso di immedesimazione accentuata.

È un libro perfetto per chi si sta approcciando al mondo dei gialli per la prima volta. Con la sua trama, per certi versi irrealistica in alcune situazioni, ci si può immergere in una storia ricca di personaggi e intrecci, che non ci permetteranno di comprendere e anticipare il finale. Così facendo si lasciano aperte parecchie sottotrame, alcune molto interessanti, che saranno riprese e approfondite nei libri seguenti. Tutti questi personaggi e trame secondarie non vanno ad intaccare la storia, che rimane comunque intrigante, senza rischiare di annoiare il lettore.

La protagonista Pip si discosta molto dall’immagine “dell’adolescente” che tutti noi possiamo immaginare. Con i suoi soli 17 anni di età, risulta molto decisa e determinata, scaturendo così un buon pretesto per determinati passaggi di trama, ma risultando molto forzato per altri. Stiamo comunque parlando di un personaggio molto giovane, che si trova spesso in pericolo o sotto minaccia, il quale viene trattato però come se fosse un character maturo/adulto e con le proprie esperienze alle spalle. Possiamo leggere perfino di una competenza superiore a quella delle forze dell’ordine stesse, le quali con decisamente più mezzi e tempo, non riescono a trovare il colpevole, cosa che riesce a fare la protagonista in un anno. 

I personaggi secondari sono caratterizzati in modo superfluo. Il che non è del tutto un errore, bisogna ricordare che stiamo comunque parlando del primo di tre libri; dunque l’autrice potrà andare a definire più avanti. Non posso negare che, in alcuni dei rapporti più stretti della protagonista, mi sarebbe piaciuto vedere una maggiore caratterizzazione.

Riccardo Abate