La leggenda dei vampiri

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The vampire

La leggenda sui vampiri inizia a diffondersi agli inizi del XVIII secolo in seguito alla propagazione delle superstizioni provenienti dall’Europa dell’Est e dai Balcani. La credenza popolare nei confronti dei vampiri crescerà a tal punto da iniziare a piantare paletti nei corpo dei cadaveri.

Folclore

Culture come quella mesopotamica, ebraica, greca e romana concepivano demoni e spiriti come precursori dei vampiri. In tutte le culture è presente una caratteristica chiave, quella di nutrirsi, in qualsiasi maniera, dei loro simili. 

Origini e tradizioni antiche 

Le cause della vampirizzazione sono molte e varie nel folclore. Secondo la tradizione slava, per esempio, se un cadavere viene scavalcato da un animale, in particolare un gatto o un cane, ha la possibilità di trasformarsi in un non morto. Nel folclore russo si dice, invece, che i vampiri sono, un tempo, streghe o persone  ribelli verso la chiesa.

Vengono inoltre utilizzati diversi rituali per identificare un vampiro. Per trovarne la tomba, un ragazzo vergine deve cavalcare uno stallone nero all’interno di un cimitero fino a quando il cavallo non si ferma sulla tomba in questione.

La morte di bestiame, persone, parenti o vicini di casa, era la prova dell’attività di un vampiro nella zona. Alcuni vampiri potevano testimoniare la propria presenza lanciando pietre sui tetti o muovendo piccoli oggetti o procurando incubi a chi dormiva.

In Giappone, la creatura più simile al vampiro è forse il Nukekubi, la cui testa e collo sono in grado di staccarsi dal corpo per volare via e andare a caccia di umani.

Leggende di esseri simili ai vampiri esistono anche nelle Filippine, in Malesia e in Indonesia. Nelle Filippine le due figure principali sono il Mandurugu e il Mananggal. La lingua di Mandurugu viene usata per succhiare il sangue delle proprie vittime addormentate. Managgal, invece, è capace di spiccare il volo grazie a enormi ali di pipistrello e nutrirsi di donne incinte addormentate, usando la lingua per succhiare via i bambini dai grembi materni.

Protezioni

Uno dei metodi efficace per uccidere un vampiro è impalarlo. Potenziali vampiri venivano spesso impalati attraverso il cuore, ad eccezione di Russia e Germania, dove venivano impalati attraverso lo stomaco.

Bucare la pelle del petto era un modo per sgonfiare i vampiri. I cadaveri venivano talvolta bucati con oggetti pungenti, così che, se il corpo si fosse trasformato in vampiro, gli oggetti lo avrebbero sgonfiato.

La decapitazione era il metodo piú utilizzato in Germania e nelle aree slave dell’ovest, e la testa veniva seppellita tra i piedi, dietro le natiche o lontano dal corpo.

I Nomadi bucavano con aghi di ferro il cuore dei cadaveri e infilavano un pezzo di ferro in bocca, sugli occhi o nelle orecchie, oppure bagnavano la tomba con l’acqua.

Leggenda e scienza

Attori come Bram Stoker hanno indossato i panni di vampiri moderni, ma storie dei non morti che si cibano di sangue, abbondano ovunque. Le leggende non nascono dal nulla e ci si è chiesti quale sia la causa di queste creature sovrannaturali.

In ambito medico si cita spesso la porfiria, in particolare la porfiria eritropoietica. I sintomi di questa malattia sono piuttosto familiari agli appassionati dei film horror, infatti chi ne è affetto è molto pallido e non può esporsi alla luce solare senza ricoprirsi di vesciche.

Per alleviare i sintomi, alcuni pazienti gravi devono ricevere periodicamente trasfusioni di sangue. La porfiria eritropoietica è una malattia rara che colpisce anche i bambini ed è ancora senza cura.

La leggenda del conte Dracula

Il nome Dracula è collegato a Vlad III Tepes, principe della Valacchia (1431-1476).

Vlad è nato nel 1431 a Sighisoara, in Transilvania. Apparteneva alla famiglia dei Drãuculestii, un ramo della casata dei Basarabidi. Era uno dei quattro figli di Vlad II. Quest’ultimo faceva parte dell’ordine del Drago, un’istituzione militare fondata da Sigismondo per contrastare gli ottomani. Il Drago era una figura legata al demonio. Facendo parte di quest’ordine, gli fu dato il soprannome di Dracul ( Demonio), e Vlad III fu chiamato Draculea (figlio del demonio).

La sua infanzia fu travagliata e, a causa delle scelte politiche del padre, ha vissuto alla corte del Sultano Murad II insieme a suo fratello. Cresciuto tra sfarzi e lusso, gli venne insegnata l’arte della guerra e del combattimento, ma quando un ordine non veniva rispettato, lo aspettavano gravi conseguenze.

Alla sua salita al trono iniziarono a circolare voci su alcuni comportamenti strambi che aveva da bambino. A corte, per esempio, si diceva che torturasse gli uccelli spelacchiandoli e che catturasse i topi per poi impalarli.

Iniziarono a diffondersi leggende sulla sua cattiveria e lui ne era contento, perché pensava che così facendo avrebbe allontanato eventuali nemici.

Nella foresta degli impalati, durante il suo regno, Vlad fece impalare non solo i soldati prigionieri, ma anche chi li aveva accompagnati in quella campagna militare, come donne, anziani e bambini.

La sua morte non fu mai chiara. Si dice fu ucciso e la sua testa mandata come trofeo al Sultano. Eppure gli storici rinvennero solo due tombe. Una tomba era vuota, l’altra conteneva un corpo anziano con abiti sfarzosi ma con la testa.

È da qui che iniziarono a diffondersi leggende su chi fosse veramente il conte Dracula.  

 

Giulia De Simone