“La casa sul mare celeste”

La Casa sul mare celeste è il primo romanzo autonomo di T.J. Klune, pubblicato nel 2022 dalla Mondadori.

Trevis John Klune è nato a Roseburg il 20 maggio 1982.
All’età di 8 anni inizia a scrivere fanfiction sul suo videogioco preferito. Leggendo si accorge della carenza di personaggi queer, spesso ritratti in modo stereotipato e offensivo.
La sua intenzione è dunque scrivere romanzi che rappresentino in modo accurato le relazioni queer, così da risultare riconoscibili e positive. Il primo romanzo LGBT è stato “Un insolito triangolo”, pubblicato nel
2011. Ne pubblicò molti altri, fino ad arrivare a quello di cui parleremo oggi: “La casa sul mare celeste”.

Il suo stile è influenzato da diversi autori quali: Stephen King, Wilson Ealuls, Patricia Nell Warre, Robert McCammon, Terry Pratchett.

Di cosa parla la casa sul mare celeste
Linus Baker è impiegato al dipartimento di Magia Minorile. La sua vita è abbastanza monotona: vive in una piccola casa solitaria in campagna con una gatta e i suoi amati vinili. Ma la tranquillità viene presto rovinata quando dovrà recarsi su un’isola remota, Marsyas, e controllare se l’orfanotrofio diretto da Arthur
Pearnassus funzioni correttamente. Quando arriva all’ orfanotrofio si renderà conto che i bambini sono totalmente diversi da quelli di cui si era occupato in passato. Farà conoscenza anche degli abitanti dell’isola dove il più misterioso sarà Arthur che, dietro ai modi affabili, nasconde un terribile segreto.

Personaggi
Linus, dipendente del dipartimento della Magia Minorile. Scrupoloso, insicuro e perfezionista nel suo lavoro.
Arthur, uomo di alta statura, misterioso, riservato, tranquillo e gentile. Tratta con molto rispetto le persone a lui vicine.
Talia, gnoma unica nella sua specie. Molto ironica e simpatica, parla senza peli sulla lingua e minaccia sempre Linus di ucciderlo e seppellirlo nel suo giardino.
Theodore, una viverna molto divertente. Ama cercare e trovare cose, ma ancora di più i bottoni.
Anche se il suo aspetto potrebbe far paura é molto dolce.
Phee, bambina spirito della foresta. Solitaria e a tratti timida.
Chaunley, ammasso di melma verde con antenne. In tutto il libro ci accompagna il suo spiccato senso dell’ospitalità e il suo sogno di fare il concierge.
Lucy, unico e amante della musica e della filosofia.
Sal, bambino umano molto timido e sensibile sia alle persone che ai rumori forti. Appena si spaventa si trasforma in un dolce volpino bianco.

La casa sul mare celeste è parzialmente ispirato a fatti realmente accaduti negli anni sessanta, quando il governo canadese tolse alcuni bambini indigeni dalle loro case per collocarli con famiglie bianche borghesi a loro sconosciute.
Klune sentì quindi il bisogno di scrivere una storia che celebrasse la diversità tra i bambini e che mostrasse gli effetti positivi di un ambiente sicuro dove possono essere se stessi, e non solo.
Parla anche dell’amore, quell’amore che lega e unisce persone che non hanno nulla in comune, quell’amore capace di creare una famiglia senza legame di sangue alla sua base. Parla di quell’amore che spinge le persone a prendere in mano la propria vita e rendersi conto di non averla veramente vissuta davvero.

La scrittura è scorrevole, priva di inutili fronzoli, capace di arrivare dritta al punto con molta semplicità.
Anche i personaggi secondari vengono descritti perfettamente.
I luoghi vengono tratteggiati in maniera suggestiva facendo sentire la differenza tra quelli più colorati e quelli grigi e spenti.
Klune tratta temi seri e complessi quali: la diversità, la paura di ciò che non si conosce, il timore di incontrare l’estraneo.
La scrittura oscilla tra il serio, il comico e il commovente.

La casa sul mare celeste é un pezzo di cuore. All’apparenza il libro, con la sua copertina dai colori accesi, potrebbe far pensare ad una trama non troppo complessa, ma quando lo inizi a sfogliare e a leggere ti catapulti in un altro universo.
Le parole sono piene di dolcezza, non c’è mai uno stereotipo. I personaggi, sia primari che secondari, sono descritti in modo talmente profondo che finisci per affezionarti a loro.
Mi sono appassionata tanto ai bambini e mi rivedo un po’ in ogni ruolo.
I temi trattati fanno riflettere su alcuni comportamenti della nostra società, raccontano molto bene come la diversità non sia un difetto ma una cosa da cogliere a nostro vantaggio.
É un libro che consiglio, specie per chi ama i romanzi leggeri con temi importanti e attuali.


                                         Giulia De Simone