Oriana Fallaci intervista sé stessa – l’Apocalisse

Nell’ambito  dell’ esperienza di bookcrossing, iniziativa del Polo liceale Mattioli di Vasto che promuove lo scambio libero di libri tra studenti e non solo, gli alunni della classe 2B hanno scelto un libro da leggere e confrontare.

La mia scelta è andata quasi immediatamente su un’opera della Fallaci: “Oriana Fallaci intervista sé stessa”, testo che ha annesso anche un post scriptum che compone circa un terzo del libro, “l’Apocalisse”, suggestione tratta dallo scritto dell’evangelista Giovanni. Ho preso subito in considerazione il libro per la curiosità di conoscere questa nota scrittrice. 

Il libro innanzitutto, come suggerisce anche il titolo, è scritto in maniera diversa da quella di altri suoi libri nei quali intervista personaggi pubblici. Infatti, come dice la stessa autrice, detesta le interviste perché: “Per essere buona un’intervista deve infilarsi, affondare, nel cuore dell’intervistato. E questo mi ha sempre incusso disagio”. Però, ammalata di cancro, aveva il bisogno di esprimere fino in fondo i suoi pensieri e le sue opinioni, e l’unica persona dalla quale avrebbe accettato un’intervista era, appunto, sé stessa. 

Ovviamente il testo non è formato da domande “scomode”, in realtà, è come se “la sé giornalista” incoraggiasse “la sé intervistata” con delle domande volte a specificare dei punti da lei poco approfonditi. 

La Fallaci in questo libro si sofferma particolarmente su tematiche spinose, politiche e non, che risultano essere ancora molto difficili da affrontare, anche se sono ormai passati vent’anni dalla pubblicazione del libro. Alcune di queste sono l’immigrazione, il terrorismo, i matrimoni omosessuali, alcune figure politiche rilevanti ancora oggi, situazioni di paesi stranieri come l’America, la Turchia, il tragico attentato di Nassiriya. La scrittrice si sofferma molto su quest’ultimo punto, riferendosi con particolare disprezzo a quelli che scrivevano sui muri lo slogan ” dieci, cento, mille Nassiriya”.  Dal 2003 al 2006, durante la guerra in Iraq, a Nassiriya vi furono alcuni attacchi contro le forze armate italiane partecipanti alla missione militare denominata “Operazione Antica Babilonia”, il più grave fu la strage del 12 novembre 2003 che provocò 28 morti (19 italiani). Venne fatto esplodere un camion carico di esplosivo vicino alle due basi logistiche “Maestrale” e “Libeccio”. 

La Fallaci è in polemica proprio contro chi decide di scrivere lo slogan  che incita la resistenza irachena, ledendo il principio della libertà, fondamentale per  la giornalista.

Ogni singola parola scritta dall’autrice si confà al diritto alla libertà che spetta ad ogni essere umano in quanto tale; per questo tutti dovrebbero leggere le idee della Fallaci perché, condividendole o meno, riesce comunque ad educare, facendoci capire meglio le persone che abbiamo attorno. La scrittura della Fallaci è senz’altro complessa e per apprezzarla appieno bisogna anche avere una buona conoscenza della storia, però una volta terminata la lettura, il libro  porta a ragionare, e riesce a  mettere in dubbio alcune delle opinioni di chi legge, interrogandosi su ciò che è giusto e ciò che non lo è. Per questo, una volta finito il libro, verrà sicuramente la voglia di prenderne altri della stessa autrice per comprendere meglio le sue opinioni e per stimolare  ed educare il senso critico del lettore, atteggiamento molto importante  soprattutto per i più giovani.

   

 AnnaLisa Lucarelli