Lettera a Gesù (da un ateo)

 


A te che venisti mille promesse,
tu che venisti cercando di rompere il guscio degli umani:
l’incertezza.
E questo ti costò caro,
fosti inneggiato per compier massacri,
per giustificare divisioni
e che infine facesti le veci di Babbo Natale.
Pure tu, fratello seppur ti dicessi del cielo
perdesti la guerra contro la vita,
e il tuo esser santo fu per la storia il più grande peccato.
Portasti certezza a chi ti uccise
ed eterna incertezza a chi ti seguì.
Filosofasti, cercando la verità,
ma scopristi a tue spese che essa non c’è.
E oggi te ne vaghi tra le nuvole pensando di tornare e
fallire inevitabilmente ancora una volta!
Non tornare per favore fratello,
non inimicarti Dio ancora una volta.
Assistimi invece mentre faccio lo stesso,
mentre cerco una risposta alla vita,
mentre mi illudo che l’etica possa far qualcosa!
E fulminami più forte quando crederò di essere sulla strada,
mandami sottoterra quando sarà finita, così che io non possa mai vedere la luce!
E restare come te a vagare e rimuginare nello scorrere infinito.


Damiano Cassibba 5B liceo scientifico “Istituto liceo Carducci” Comiso RG