INTERVISTA A JOFFREY MARTELLY

 

Joffrey Martelly alla giovane età di 16 anni è il quattordicesimo nella classifica nazionale francese di scherma maschile under 14 e il quarto nella classifica irlandese maschile.


Q: Prima di tutto, in cosa consiste lo sport della scherma?

A: Beh, ci sono tre tipi di arma: fioretto, spada e sciabola. A seconda dell’arma puoi colpire diverse parti del corpo dell’avversario. Gli schermidori si muovono su una piattaforma rettangolare e cercano di colpirsi l’un l’altro, un incontro finisce dopo che uno dei due schermidori segna 15 punti.

Q: Per quale motivo hai incominciato a tirare di scherma?

A: Ho iniziato sei anni fa, a 10 anni ma ero il più vecchio nel mio club di scherma. Ho iniziato Mi è sempre piaciuto da bambino travestirmi: da peter pan, cowboy… Mi è sempre piaciuta l’idea di recitare una parte, non mi piaceva essere me stesso. Adesso la mia maschera è quella da scherma.

Q: A quale competizioni hai partecipato?

A: Varie. Ho vinto quattro volte il Campionato dell’isola di Riunione, dove vivo, e partecipato a quattro campionati francesi e la prima fase eliminatoria del Campionato Mondiale Seniores anche se non sono mai andato molto lontano in quelle competizioni perché ero il più giovane concorrente.

Q: Come ti alleni e quante volte a settimana?

A: Vado al club tre volte a settimana per gli allenamenti e prima di quelli prendo anche lezioni individuali, sono più o meno sei ore a settimana. Di solito si incomincia con un lungo riscaldamento e qualche esercizio per migliorare il lavoro di gambe e dopo iniziamo a tirare di scherma.

Q: Quale arma preferisci?

A: La spada. L’ho scelta perché mi piace la libertà che quest’arma ti dà. Puoi colpire qualunque parte del corpo del tuo avversario e puoi eseguire più tattiche e più movimenti. Penso che la spada sia l’arma più versatile nella scherma e per questo è la mia preferita.

Q: Cosa ti piace di più di questo sport?

A: Mi piace vincere, certo. Mi piace quando in un incontro impegnativo riesco a segnare un punto, quando mi sembra di avere lavorato sodo per tutti i quindici punti dell’incontro. Quando usi ogni tecnica che hai imparato attraverso una meccanica ripetizione dello stesso movimento fino a quando non ti riesce perfettamente.

 

di Irene Sigillo