Il bullismo è un comportamento violento e intenzionale di natura sia fisica che psicologica, oppressivo vessatorio, ripetuto nel corso del tempo e attuato nei confronti di persone considerate dal soggetto che perpetra l’atto in questione , come bersagli facili e/o incapaci di difendersi.
Il termine è principalmente utilizzato per riferirsi a fenomeni di violenza tipici degli ambienti scolastici e, più in generale, di contesti sociali riservati ai più giovani.
Lo stesso comportamento, o comportamenti simili in altri contesti ed in altre fasce di età, sono identificati con altri termini: “mobbing”in ambito lavorativo, “nonnismo” nell’ambito delle forze armate. A partire dagli anni 2000, con l avvento di internet si è delineato un altro fenomeno legato al bullismo, anche in questo caso diffuso soprattutto fra i giovani, il cyberbullismo.
Il bullismo come fenomeno sociale deviante è oggetto di studio tra gli esperti delle SCIENZE SOCIALI , della PSICOLOGIA GIURIDICA E CLINICA, dell età evolutiva e di altre discipline affini. Non esiste una definizione univoca del bullismo per gli studiosi, sebbene ne siamo state proposte diverse . É possibile, tuttavia, individuare le caratteristiche generali del fenomeno in questione:
Il termine BULLISMO non indica qualsiasi comportamento aggressivo o comunque gravemente scorretto nei confronti di uno o più ma precisamente “un insieme di comportamenti verbali, fisici e psicologici reiterati nel tempo, posti in essere da un individuo, o più individui più deboli. La debolezza della vittima può dipendere da caratteristiche personali o socioculturali. I comportamenti che si configurano come manifestazioni di bullismo sono vari, e vanno dall’offesa alla minaccia, dall’esclusione dal gruppo alla maldicenza dall’approvazione indebita di oggetti… fino a picchiare o costringere a fare qualcosa contro la propria volontà.
Paolo Trovato , Giorgio Paratore , Emanuele Marotta,
Federico Vaccaro, Leonardo Musumarra , Danilo Lombardo,
I D.