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«Una scuola meravigliosa» alla XXII Giornata nazionale in memoria delle vittime innocenti delle mafie di Locri

Dal 1996 ogni anno viene celebrata una manifestazione per ricordare le vittime innocenti della mafia, questa manifestazione viene celebrata in ogni parte d’Italia e in alcuni luoghi dell’Europa e dell’America Latina, dove la giornata è vissuta attraverso la lettura dei nomi delle vittime con momenti di riflessione e approfondimento. Così è stato ieri a Locri, nel primo giorno di primavera, alla XXII Giornata nazionale in memoria delle vittime innocenti delle mafie, proposta dall’Associazione Libera. Uno dei momenti più importanti della manifestazione è stato l’incontro con il presidente di Libera don Luigi Ciotti, che ha incontrato i ragazzi, associazioni, sindaci calabresi e di tutta Italia. «Ho incontrato in Calabria – ha esordito don Ciotti alla manifestazione di Locri – scuole e alunni meravigliosi. Ci sono insegnanti che non vivono una professione, ma una vocazione». Il discorso del leader di Libera è stato condiviso dagli studenti, che ne hanno apprezzato ogni passaggio. In merito alle scritte sui muri apparse il giorno prima a Locri, don Ciotti ha sostenuto che «sono anonime e quindi mancano di coraggio. Don Ciotti sbirro – ha proseguito il fondatore del Gruppo Abele e di Libera – lo prendo come un complimento». Nei giorni precedenti, il presidente Mattarella è stato a Locri per incontrare  le famiglie delle vittime della mafia. Studenti della nostra scuola, l’Ite “G. Galilei” di Vibo Valentia, aderente da anni all’associazione Libera, hanno partecipato alla manifestazione recandosi a Locri in pullman e contribuendo con slogan contrari alla malapianta che affligge la Calabria e l’intera penisola italiana. Quest’anno la scelta di Locri è stata indicativa, perché in questa parte della Calabria si sono contate diverse vittime e la presenza della criminalità organizzata è sempre più opprimente, condizionando ogni aspetto della vita economica, sociale e dei rapporti interpersonali. Come giovani calabresi andiamo contro questa corrente, siamo contrari alla malapianta, per far sì che il nostro futuro non sia dato in mano a gente senza scrupoli e senza umanità.

di Michela Pochiero IV E