Trotula de Ruggiero: la donna che curava le donne

“Vi dico di una donna filosofa di nome Trotula, che visse a lungo e che fu assai bella in gioventù e dalla quale i medici ignoranti traggono grande autorità ed utili insegnamenti, ci svela una parte della natura delle donne. Una parte può svelarla come la provava in sé; l’altra perché, essendo donna, tutte le donne rivelavano più volentieri a lei che non a un uomo ogni loro segreto pensiero e le aprivano la loro natura.” (Placides et Timeo). Queste le parole di un anonimo francese del XIII secolo che descrivono sia la Trotula realmente esistita, sia una Trotula avvolta da un’aurea mistica, una sorta di leggenda che narra di una donna estremamente colta che rivoluzionò la medicina, in special modo quella riguardante le donne.

La vita.

Trotula de Ruggiero nacque a Salerno, presumibilmente nel 1030. Visse per tutta la vita nella sua città natale. Era figlia di nobile famiglia Salernitana e per questo poté permettersi di frequentare le scuole superiori e specializzarsi in medicina. Conseguì i suoi studi nell’allora celebre Scuola Medica Salernitana, la prima e più importante istituzione medica d’Europa nel Medioevo, l’antesignana delle moderne università.

Dopo i 9 anni di studio proseguì la sua carriera come insegnante e capo di una équipe di donne che si occupavano di ricerca, tanto da divenire uno dei nomi di spicco tra le Mulieres Salernitanae. I suoi studi si concentrarono principalmente sulla ginecologia, l’ ostetricia e la puericultura. Per questo che la definirono “donna pioniera della medicina per la donna”. Si prodigò infatti, nel visitare tutte le donne che avevano problemi intimi di cui non potevano parlare con i medici di sesso maschile per le regole del pudore del tempo.

Fu una rivoluzionaria nell’ambito della medicina grazie alle sue idee:  la medicina si deve basare sulla prevenzione; la medicina non deve occuparsi solo delle malattie, ma deve occuparsi del benessere complessivo della persona, fisico e psichico.

L’impegno.

Si preoccupò di rimarcare l’importanza dell’igiene e di quanto essa fosse fondamentale nella prevenzione. Inoltre si interessò all’alimentazione e dell’attività fisica. Consigliò a tutti i pazienti di seguire una corretta alimentazione e di praticare esercizio fisico per il benessere del corpo.

Fu la prima a non affidarsi, come era consuetudine del tempo, alle tipiche pratiche come l’astrologia, la preghiera e la magia. Consigliava, anzi, rimedi pratici come massaggi, pomate e bagni con ingredienti accessibili a tutti, indipendentemente dalla disponibilità economica. Inoltre, fu la prima a dare alla cosmetica un valore al pari della medicina, considerandola una parte integrante di quest’ultima.

Ideò un nuovo metodo per diagnosticare le patologie che venivano individuate e analizzate sia sulla base delle ipotesi delle teorie di Galeno, Ippocrate e Avicenna, sia sulla base della conformazione fisica della donna e della sua alimentazione.

La teoria di fondo è quella ippocratica dei quattro umori che rispecchiano i quattro elementi. Il sangue caldo e umido come l’aria prevale in primavera, il flegma che è freddo e umido come l’acqua è tipico dell’inverno, la bile gialla calda e secca come il fuoco è caratteristica dell’estate e infine la bile nera fredda e secca come la terra dell’autunno. È la prevalenza di uno dei quattro umori sugli altri a determinare il carattere degli individui. Il “temperamento” è la mescolanza equilibrata dei quattro elementi: quando l’equilibrio viene a mancare insorge la malattia.

Curandosi particolarmente dell’igiene, soprattutto di quella femminile, creò il primo sapone intimo. Scoprì che i petali di rosa avevano un forte potere antibatterico. Aggiunse dunque questi e l’essenza del fiore stesso all’interno del sapone oltre a bicarbonato e lavanda. Creò dunque un sapone che risolveva gran parte dei problemi femminili.

Le opere.

In seguito alla morte di Trotula, le sue opere furono attribuite ad un autore maschile: uno sconosciuto, suo marito o un fantomatico “Trottus”. Addirittura, lo studioso Bertini sostenne che queste non erano state materialmente scritte da lei pur contenendo studi da lei effettuati.

Ricordiamo il De passionibus mulierum curandarum ante in et post partum (sulle malattie delle donne; studi legati alla ginecologia e all’ostetricia e delle scoperte riguardo la sterilità) , più conosciuto come Trotula Major, il De ornatu mulierum (sulla la cosmesi e l’igiene, contenente ben 63 ricette in grado di ottenere altrettanti rimedi a scopo cosmetico e/o medicinale), noto con il nome di Trotula Minor, la Practica secundum Trotam (la pratica medica secondo Trotula).

di Stefania Capuano