“Love Victor” la serie teen contro le discriminazioni

La serie Tv intitolata,  “Love Victor” e tratta dal film “Tuo, Simon”, ideata da Isaac Aptaker e Elizabeth Berger, è stata trasmessa per la prima volta nel 2020 su Disney+.

Il tema affrontato, molto attuale, è relativo all’omosessualità. La serie tv  è articolata in due stagioni di venti episodi ciascuna e appartiene ad un genere sentimentale. La necessità di usare l’entertainment per affrontare un argomento così delicato, ma ancora così difficile da “accettare” è legato all’esigenza di giungere nelle “case” di quante più famiglie e giovani possibili in modo da favorire un dialogo efficace e un confronto produttivo. In teoria l’accettazione dell’omosessualità dovrebbe essere in parte consolidata ma in realtà molti giovani riscontrano ancora delle difficoltà nel prendere coscienza della propria sessualità senza andare incontro a paure e preoccupazioni.

Purtroppo il quotidiano di questi ragazzi, mossi dalla continua ricerca di se stessi, è caratterizzato dall’incessante necessità di indossare una “maschera” che gli consenta di trovare un compromesso fra ciò che provano e ciò che gli altri si aspettano da loro. Il protagonista di questa storia è Victor Salazar, un giovane studente di 16 anni, che frequenta la Creekwood High School, il quale intrattiene un rapporto epistolare su instagram con un coetaneo di nome Simon. Tra i due nasce sin da subito un profondo legame di amicizia. Victor è uno sportivo e fa parte della squadra di basket della sua scuola ma ben presto inizierà a subire atti di bullismo legati alla sua omosessualità cosicché i suoi compagni di squadra non lo apprezzeranno più per le sue doti atletiche in quanto lo vedranno come una minaccia. Il suo percorso di autoaffermazione sembra essere prepotentemente ostacolato dall’atteggiamento superficiale dei coetanei che lo circondano. Il processo di introspezione di Victor è supportato solo da Simon che darà voce alla sua coscienza dandogli costantemente la forza di non cedere a quel “ricatto” sociale che lo vorrebbe omologato a degli standard tradizionali e ad una fede religiosa di stampo patriarcale. La famiglia in cui cresce il giovane ragazzo non è pronta per accettare una “visione del mondo” così distante da quei principi e valori morali. trasmessi da generazione in generazione.

A mio parare, questa serie affronta in maniera delicata e coraggiosa il tema del coming out, ancora oggi vissuto con forte pregiudizio. Basti pensare che fino a non molti anni fa l’omosessualità era considerata una malattia psichiatrica e che in alcuni paesi, ancora oggi, venga considerata un reato punito con la galera. Vivere in un paese civile significa sostenere emotivamente e psicologicamente chi viene discriminato sia all’interno della propria famiglia che a livello sociale. L’auspicio è che grazie ad un sempre crescente confronto e informazione, gli omosessuali non siano più costretti a vivere nell’ombra, nella solitudine e nel silenzio.

Silvia Iervolino, III M