Info-mania: una vera e propria patologia?

L’info-mania – detta anche “multitasking” – porta importanti cali cognitivi e cali d’attenzione nel soggetto, con seri danni alla salute dell’encefalo

di Davide Passeri

La capacità di fare più cose contemporaneamente (anche detta “multitasking” in inglese, è oggi oggetto di studi per via della sua possibile influenza negativa sulla salute mentale dell’uomo.

Alcuni neurologi affermano che non tutti possono fare multitasking poichè il cervello non è adatto per l’operazione di multi-calcolo. Inoltre dichiarano che il multitasking riduce sensibilmente le capacità cognitive del soggetto, sia in maschi, sia in femmine.

Altri esperti in materia affermano che questo tipo di comportamento provoca seri danni alla salute dell’encefalo. Ciò che procura il multitasking è considerato oggi come una vera e propria patologia che al momento non dispone di una cura efficace.

Il Multitasking quindi può essere considerato come realtà?

Le persone provano a fare continuamente azioni diverse in tempi molto limitati: chattare, lavorare, andare sui social media, e così via…

Il movimento che spinge le persone a continuare a seguire questo atteggiamento si dice “info-mania”. Essa porta importanti cali cognitivi e cali d’attenzione nel soggetto, con conseguente facilità di perdita dell’attenzione cognitiva in presenza di stimoli esterni meno importanti.

L’info-mania causa anche un offuscamento dei pensieri. Il multitasking può quindi essere considerato come un passaggio repentino da un’azione all’altra e ciò costa al cervello e a quanto pare anche al fisico (alcuni citano il metabolismo), uno sforzo inutile.

L’università del Michigan ha provato dal 2013 a cercare eventuali problematiche dovute a questa patologia, come depressione e stress fisico mentale. Alcuni infine reputano la malattia come una vera e propria droga che causa dipendenza, la cui fine è segnata dalla morte del soggetto stesso