Il paese del buio

 

Eravamo predatori sguinzagliati

in un mondo che non era fatto per resisterci.

Fino all’estate in cui diventammo prede.

Oggi vi presentiamo Il paese del buio, un romanzo scritto da Melissa Albert.

La protagonista è Alice, una ragazza particolare.

Lei è originaria dell’Oltremondo: una realtà fatta di fiabe tessute dalla filatrice.

La sua però non è una storia romantica, ma una successione di orridi avvenimenti che è costretta a vivere per l’eternità. Il padre, un nobile, la dà in sposa ad un uomo benestante, il quale approfitta di ragazze come lei, nel fiore della giovinezza. Per scappare da questa crudeltà va in suo soccorso Ellery Finch.

Quest’ultimo, un umano curioso, le apre un portale per il suo mondo attraverso il quale troveranno poi rifugio anche altre ex storie, così chiamate.

Lui resta lì vagabondo, ma così facendo provoca uno squarcio. L’Oltremondo pian piano cade in pezzi. La nebbia ammanta i castelli e le fiabe si nascondono fino a svanire.

Alice, incosciente di quanto sta accadendo, trova Sophia, una vecchia amica.

Ora vive come gli umani, si confonde tra loro.

Un giorno fa la conoscenza di Daphne che la conduce ad una assemblea delle ex storie.

Lingue di fuoco le incorniciano il viso. Spiccano sulla pelle bianca due occhi agghiaccianti. Qual è la sua vera identità? Quel suo sorriso abbacinante è un’arma. Sa come usarlo ed è spietata.

In quello stesso periodo avvengono degli omicidi. Il tutto riguarda Alice in prima persona, di fatto assalita nella metropolitana dal presunto assassino.

Determinata si occupa della faccenda e crea una strada che la porterà alla risposta, forse a più di una. Incontrerà vecchie conoscenze e ne farà di nuove, tutto per capire che forse le risposte erano sempre state dentro di lei doveva solo ascoltare i suoi fantasmi.

La verità sarà crudele, avrà un sapore amaro. Tutti accusano lei di essere la colpevole. Sono nel torto o nella ragione?

I suoi occhi già sanno, devono solo scoprirlo un’altra volta, ripescarlo nella memoria, per capire ciò che prima non era in grado di vedere.

Giulia Tiranno