Intervistiamo un Sottufficiale del Esercito Italiano con qualifica di Luogo tenente, ancora in servizio.
D: Quando e come hai deciso di intraprendere questa professione?
R: Ho deciso di intraprendere questa professione all’età di sedici anni, quindi in piena età adolescenziale, nell’anno 1977; esattamente il 12 Settembre di quell’anno è stato il mio primo giorno di vita militare. Ho deciso di entrare a far parte del Esercito poiché hai quei tempi non c’era molto lavoro, per me era una cosa nuova, piena di sorprese, ma soprattutto a quell’età è stata una scelta veramente dura.
D: Rispetto ad oggi, che differenza c’è con gli anni in cui sei partito per intraprendere la carriera militare?
R: Nel 1977 e negli anni successivi per entrare a far parte del Esercito o di qualsiasi altra Arma bastava avere un minimo di licenza media, addirittura qualcuno anche con quella elementare. Oggi invece dopo quarant’anni le cose sono completamente cambiate: Al giorno d’oggi se non sei almeno diplomato è molto difficile entrare a far parte dell’Esercito. La selezione è su molte meno persone. Prima in un anno potevano partire circa 2.100 persone con 3 corsi, ora invece con un solo corso ne partono circa 1.500, scelti con una selezione esageratamente ferrea anche su 20.000 partecipanti, quindi si provvederà a scremare decisamente i suddetti partecipanti in modo da poter far partecipare solo aspiranti con indubbie capacità nei settori di competenza (ingegneri,avvocati,dottori, elettronici…).
D: Ci puoi raccontare un episodio che ti è rimasto impresso durante la tua carriera?
R: Di episodi che mi sono rimasti impressi ce ne sono tanti. Ma il più importante è stato quello di partecipare ad una guerra elettronica (WINTEX) allestita nel 1982 a livello internazionale. La Guerra Elettronica era una guerra che veniva combattuta su carta, simulando una guerra vera, per poter essere pronti allo scoppio di un vero conflitto. Questa guerra elettronica veniva combattuta non solo in Italia, ma al livello europeo. Bisognava quindi stare attenti a tutti i vari messaggi che, per esempio, potevano essere trasmessi dalla Germania (simulati), per poi capire come riuscire a contrastarla, insomma un bella esperienza che mi fece rendere conto di tante cose.
D: Hai mai avuto rapporti con altri militari all’estero?
R: Sì assolutamente, non molti ma una decisamente abbastanza importante: nel 1993 ho partecipato ad una missione che consisteva nell’espletare l’incarco di corriere che dall’Italia traferiva in Francia e in Belgio dei documenti molto importanti alle ambasciate italiane. Lì ho avuto modo di parlare con degli Ufficiali e Sottufficiali militari francesi, oltre a quelli italiani in servizio.
D: Ci puoi raccontare una tua giornata tipica?
R: La mia giornata da sottufficiale che lavora in ufficio è completamente diversa da una persona come me che lavora in caserma. Per quanto mi riguarda io lavoro al computer, ho la mia postazione; mi presento alle 8 la mattina, esco alle 16:30 il pomeriggio. La mia mansione riguarda pratiche di avanzamento dei gradi degli Ufficiali.
D: Che ne pensi della leva volontaria?
R: Secondo me quello che c’è di sbagliato ora, da circa 12 anni, è l’abolizione della leva obbligatoria, che era molto importante perché una persona si poteva arruolare per 1 anno, durante quest’anno gli veniva formato il carattere, imparava il rispetto delle dure regole, il rispetto verso i superiori; diventavi una persona completamente diversa.
D: Al giorno d’oggi quante persone si arruolano?
R: Al giorno d’oggi ci sono i VFP1 (volontario in ferma prefissata di un anno) e i VFP4 (volontario in ferma prefissata di quattro anni) che vanno a sostituire un po’ il servizio di leva. Se una persona vuole entrare nell’ Esercito deve soddisfare dei requisiti. Una volta finito questo periodo di un anno l’allievo è costretto, in maniera obbligatoria ad abbandonare il servizio, a meno che non entri a far parte del VFP4, grazie al periodo già intrapreso di un anno. Dopo finiti questi altri 4 anni di eccellente carriera gli ufficiali superiori possono decidere se la vfp4 è idonea, è meritevole o no al servizio a vita.
Per concludere la vita militare è un lavoro come un altro, quando si ha che fare con una Istituzione si è responsabili delle proprie azioni e queste vanno rispettate obbligatoriamente.
a cura di Leonardo Lancellotti classe III B informatico Istituto “Vincenzo Arangio Ruiz” Roma