Quando pensi di essere libero?

Sei libero quando ti vesti come preferisci, sei libero quando dici quello che ritieni più giusto, sei libero quando puoi fare il lavoro che più ti piace. Apparentemente tutti sembrano davvero molto liberi.
Ma sei libero di scegliere quando morire?
Probabilmente non vi siete mai posti questa domanda.
Perché, fortunatamente, vivete bene. Siete soddisfatti del vostro stile di vita.
Ma se foste costretti a vivere per sempre imprigionati nel vostro corpo, impossibilitati di fare le cose semplici di tutti i giorni, come lavarsi e nutrirsi, cosa fareste?
Continuereste la vostra vita, che vita più non è, oppure cerchereste una soluzione alternativa?
Di modi per mettere un punto definitivo ce ne sono, se hai la possibilità di aiutarti con il proprio corpo.
Ma la medicina permette un modo meno crudele per tutte quelle persone che vedono nella morte una nuova rinascita?
Si, si chiama eutanasia e consiste nella somministrazione di una dose letale di Pentobarbital di Sodio, preceduta da pasticche antiemetiche, cioè anti vomito, per evitare che la sostanza sia rigettata.
E’ necessario essere in grado di intendere e volere soprattutto nel momento dell’assunzione del farmaco letale.
In Italia è una pratica non riconosciuta, per cui chi la attua può essere perseguito per omicidio. E di conseguenza, malati terminali, persone che soffrono in seguito a malattie invalidanti, cancro e incidenti, non possono mettere fine alle loro sofferenze se non autosufficienti.
Ora, secondo voi, è giusto che lo Stato debba obbligare le persone a soffrire?
Non si tratta di un dolore passeggero, che prima o poi passa.
Purtroppo, è un qualcosa con cui bisogna conviverci fino alla fine.

‘’Siamo schiavi di uno Stato. Viviamo schiavi di uno Stato, lavoriamo schiavi di uno Stato. Quando vogliamo morire siamo schiavi di uno Stato. Non possiamo decidere niente, rimaniamo schiavi di uno Stato.’’
Ciao DJ Fabo.

Federica Arcidiacono

Disegno a cura di: Genoveffa Curiale

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