Gli strumenti sono le penne e le matite

I diritti dei bambini sono violati in ogni parte del mondo. Proprio perché più deboli, sono dovunque oggetto di maltrattamento, violenza ed abuso. Secondo i dati dell’UNICEF, nel mondo ci sono più di 150 milioni di bambini costretti a lavorare mettendo a rischio la loro salute mentale e fisica, e che dunque sono condannati ad una vita senza svago né istruzione.

La causa principale di questo fenomeno è la povertà, quindi in molti casi il minore viene costretto a lavorare per contribuire al reddito familiare, o a causa della indebitamento dei genitori. E’ la sotria, ad esempio, di Iqbal Masih. Un bambino nato nel 1983 in Pakistan.

Cominciò a lavorare quando aveva 5 anni in condizioni di schiavitù, dopo che il padre decise di venderlo ad un fabbricante di tappeti per 12 dollari. Iqbal e gli altri bambini lavoravano più di 12 ore al giorno, e ogni volta che facevano qualcosa di sbagliato venivano puniti con violenza. Un giorno, nel 1992, Iqbal e altri ragazzi uscirono di nascosto per assistere alla manifestazione del “Fronte di Liberazione del Lavoro Schiavizzato”. Quel giorno Iqbal raccontò la sua storia e conobbe il leader del Fronte di Liberazione, che da quel momento si prese cura di lui e lo accompagnò ad una serie di conferenze per parlare della schiavitù e dei diritti dei bambini. Alla fine del 1994 ricevette 15 mila dollari, e con quei soldi Iqbal decise di far costruire una scuola in Pakistan. L’anno dopo venne ucciso mentre giocava con i suoi cugini.

Spesso ci si interroga se esista una soluzione a tutto questo. E il rimedio è proprio la scuola. Perché soltanto attraverso la diffusione del diritto all’ istruzione si può rompere il circolo vizioso tra occupazione e povertà. Iqbal diceva: “Nessun bambino dovrebbe mai impugnare uno strumento di lavoro. Gli unici strumenti che un bambino dovrebbe tenere in mano sono penne e matite.”

Marianna Putignani 3-B, ITT C. COLOMBO