• Home
  • Blog
  • Articoli
  • I vestiti che durano una vita: cambiarsi meno per salvare l’ambiente

I vestiti che durano una vita: cambiarsi meno per salvare l’ambiente

Noi siamo abituati a comprare un capo di abbigliamento e poi, dopo i primi segni di cedimento, al primo cambio stagione o all’arrivo di nuova moda finisce nella spazzatura. L’industria tessile infatti è al secondo posto nella scala delle industrie che inquinano di più: il danno provocato è visibile addirittura nello spazio, dato che le immagini satellitari testimoniano che la superficie del Lago d’Aral, in Kazakistan, si è ridotta a meno del 10% rispetto agli anni Sessanta. La colpa è del cotone utilizzato nel 40% dei nostri vestiti, per la cui lavorazione sono stati deviati gli affluenti che lo alimentavano. Già, perché sommando la lavorazione e la tintura si consuma un numero incredibile di litri d’acqua. Le piantagioni di cotone usano il 10% degli pesticidi e il 24% degli insetticidi impiegati nell’agricoltura a livello mondiale. Inoltre c’è anche il consumo energico per il trasporto. Gli ambientalisti chiedono a produttori pratiche industriali più sostenibili. Tom Crinland, 26enne fashion designer inglese vuole invertire la tendenza, tornando a produrre abiti che durano 30 anni. La “30 year colletion”, il nome della sua collezione, con capi disponibili online, è fatta di tessuti di alta qualità provenienti dall’Italia e abili sartoriali portoghesi, visto che Tom in parte è portoghese.
Secondo uno studio della Mckinsey tra il 1995 e il 2014 il prezzo dei capi di abbigliamento è cresciuto molto lentamente rispetto a quello di tutti gli altri beni di consumo, con un record nel Regno Unito, a fronte di un aumento del 49% del prezzo medio delle merci, quello vestiario invece è diminuito del 53%.
Invece una ricerca realizzata da Greenpeace Germania segnala che la produzione di abiti è raddoppiata dal 2000 al 2014. Una persona acquista il 60% di capi ogni anno e la loro durata è dimezzata rispetto a 15 anni fa, producendo così migliaia di rifiuti e quindi aumentando l’inquinamento. Giuseppe Ungherese di Greenpeace ha dichiarato al riguardo: ”Il riciclo non è una soluzione. Le aziende dell’abbigliamento devono ripensare il modello usa e getta e produrre capi che durano”. Io personalmente sono una ragazza che tiene molto all’ambiente e penso che gli abiti che durano 30 anni siano davvero utili per la riduzione dell’inquinamento ambientale ed eliminerei quelli che durano 1 o 2 anni soltanto.
Valentina Bruni – Classe 1B