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L’attrazione sessuale è solo una questione di… biologia

L’Università di Torino ha pubblicato sulla rivista “Scientific Reports” uno studio secondo cui geni e ambienti regolano il comportamento sessuale nei topi, e che dunque conferma come il fenomeno dell’attrazione sessuale sia un fatto biologico, indipendentemente dal sesso per cui proviamo attrazione.
L’attrazione sessuale è un fenomeno molto complesso, che si complica ulteriormente se proviamo a capire cosa indirizza i nostri sentimenti verso uno o l’altro sesso; sarà l’ambiente in cui viviamo a influenzarci, la nostra cultura o la natura? Oppure ognuno di questi fattori svolge uno specifico ruolo nel gioco delle attrazioni?
Quello dell’attrazione sessuale è uno dei temi più controversi della scienza, che non è ancora riuscita a dare una risposta definitiva. Il nuovo studio del NICO (Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi) dell’Università di Torino rivela come nei roditori, su cui sono stati eseguiti gli esperimenti, l’attrazione per uno o per l’altro sesso sia legata, come detto precedentemente, da una complessa integrazione tra geni e ambiente, e sia inoltre guidata da un processo di neurogenesi adulta, ovvero l’integrazione di nuovi neuroni nelle aree specifiche del cervello. Come hanno avvertito i ricercatori torinesi, i risultati non ci indicano molto cosa succede nel cervello umano, ma sottolineano come omo e eterosessualità siano fenomeni di natura biologica..
I ricercatori hanno raccontato che la scoperta è avvenuta quasi per caso. La ricerca ha preso il via dallo studio della neurogenesi adulta in due aree del bulbo olfattivo del cervello dei topi; queste aree svolgono un ruolo fondamentale nei roditori, poiché regolano i comportamenti sessuali e l’integrazione sociale. L’aggiunta di nuovi neuroni è un fenomeno che permette agli animali di rispondere agli stimoli che ricevono dall’ambiente. I ricercatori hanno lavorato con una popolazione di topi che – per una mutazione genetica – presenta un basso numero di neuroni ipotalmici, cellule che svolgono un ruolo fondamentale nel regolare l’attività dei testicoli dei topi. La cosa interessante è che questi ormoni sessuali svolgono a loro volta un ruolo chiave nella produzione di nuovi neuroni nel cervello degli adulti. Infatti nelle femmine l’esposizione ai feromoni maschili innesca la produzione di neuroni e attiva i comportamenti riproduttivi, mentre nei topi maschi non modificati geneticamente, seppur esposti ad alti livelli di testosterone, i feromoni non innescano nessun fenomeno di produzione di neuroni.
Se invece si osservano i topi maschi affetti da ipogonadismo – bassa attività delle gonadi per la mancanza di neuroni – si può notare che essi, esposti ad un alto livello di testosterone, reagiscono in modo uguale agli esemplari femmina; inoltre cambia anche il comportamento sessuale: l’assenza di testosterone induce questi animali a preferire la compagnia maschile. Questi topi si accoppiano normalmente con le femmine ma, in presenza di feromoni maschili il loro cervello si comporta come quello femminile e si manifesta un interesse per esemplari dello stesso sesso. Con questo abbiamo la dimostrazione che l’attrazione sessuale è un fenomeno totalmente biologico, regolato dall’attività del cervello, che nasce dall’integrazione tra geni e ambiente.
Laura Cappelli – Classe 2C