Un folletto all’improvviso nel bosco – Racconto

Bernardo non credeva alle fate, figuriamoci ai folletti… Era tranquillo, stava cercando funghi come sempre in quel periodo dell’anno, e conosceva quel bosco come le sue tasche bucate. Il fatto è che gli sembrava di aver visto qualcosa scomparire dietro l’albero. Avrebbe fatto meglio a non essere curioso, perché aveva guardato, e adesso non poteva far finta di non aver visto niente. L’aveva visto, ecco…
Per un istante riuscì appena a distinguere una piccola creatura giallognola, dopodiché venne avvolto da un’esplosione di polvere ancora più gialla e che punzecchiava di qua e di là come fosse sabbia. Improvvisamente Bernardo si ritrovò come accecato e avanzò a tentoni cercando un posto per sedersi e tirare fuori la bottiglietta d’acqua che aveva nello zaino. Aveva un bisogno urgente di sciacquarsi gli occhi! Con le mani tastò una grossa pietra di fianco a lui, ma proprio mentre provò a sedersi la sentì rotolare via con un fruscio di foglie. Sorpreso dall’accaduto, e ormai seduto per terra con un terribile dolore al sedere, tirò fuori la bottiglia e, aiutandosi con la mano, si sciacquò. Guardandosi intorno, per capire cosa fosse successo, vide la pietra che evidentemente era quella da lui toccata: sotto di essa intravedeva un’apertura buia e misteriosa al cui interno una piccola gradinata si perdeva nell’oscurità. Incuriosito, volse lo sguardo intorno a sé e gli occhi scorsero, nascosta sotto una folta felce, una sagoma piccola e magrolina che lo scrutava tremante. “Non temere, non voglio farti del male, chi sei?” disse Bernardo cercando di scoprire di più sulla creatura. Il piccoletto, in effetti sembrava proprio un maschio, fece un passo in avanti, rimanendo però al sicuro, e con una vocina tremula e roca, disse qualcosa di indecifrabile che sembrava a essere una lingua a Bernardo sconosciuta, ma con tono convinto. Allora il ragazzo gli porse la mano cosparsa di polvere dorata nel tentativo di ricevere spiegazioni. Il folletto, Bernardo ormai era convinto che di questo si trattasse, ne sparse ancora un po’ tirandola fuori magicamente dalla mano e correndo si infilò nel buco. “Ehi, dove corri!?” azzardò ma, appena lo ebbe detto, ecco che l’omino ricomparve, e stavolta aveva un corno attraverso il quale le sue parole potevano essere comprese da Bernardo.
“Promettimi che a nessuno dirai di avermi visto!” minacciò il folletto.
“Certo, so mantenere un segreto” rispose Bernardo.
“Il mio nome è Mir e sono il guardiano della natura, speravo che lanciando la mia polvere non mi potessi vedere, altrimenti il mio lavoro ne resterà compromesso” spiegò l’esserino.
“Tranquillo, non ti voglio causare alcun problema, io adoro la natura e la rispetto” rispose Bernardo.
“Allora posso darti un regalo in cambio: questo è un fungo magico, ha il potere di esaudire un solo desiderio, quindi pensa con cautela a cosa chiedere e usalo solo per qualcosa di davvero importante”.
Detto questo, il folletto gli mise in mano un fungo giallo.
Bernardo si svegliò di soprassalto; infreddolito, si accorse che stava facendo buio, raccolse lo zaino e velocemente si incamminò verso casa. Col fiatone corse dalla mamma: “Scusami, devo essermi addormentato!” disse il ragazzo affaticato.
“Meno male, cominciavo a preoccuparmi… Corri in camera a cambiarti, la cena è pronta.” rispose la mamma. Bernardo, convinto di aver fatto uno strano sogno, si cambiò, mise a posto le sue cose sul suo tavolino, finché dal fondo dello zaino spuntò fuori un fungo giallo…

Gabriele Nannucci – Classe 3D
Scuola Secondaria di primo grado “Puccini” di Firenze