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LA RECENSIONE. WONDER di Alice D’Angelo e di Sofia D’Onghia 2 C

“…A volte penso che la mia testa sia così grande perché è piena di sogni…”
Questa è una delle frasi più significative del libro di R.J. Palacio, Wonder, che significa “meraviglioso”, meraviglioso come il viaggio formativo che il protagonista di questa storia dovrà compiere in un momento particolare della sua esistenza. Un’esistenza che per Auggie Pullman non è mai stata semplice. Fin dalla nascita infatti ha dovuto lottare contro la sindrome di Treacher-Collins che gli ha provocato una grave malformazione del volto e per la quale si è sottoposto ad un’infinità di interventi chirurgici. August non è mai andato a scuola, protetto per anni dalla sua famiglia. La madre si è sempre preoccupata della sua educazione e dei suoi insegnamenti. Con il passare degli anni però i suoi genitori si sono convinti che il piccolo debba uscire dal guscio e, per la prima volta, affrontare il mondo della scuola, così vanno a visitare la Beecher Prep School. Auggie deve affrontare questa avventura non facendo caso agli occhi che si poseranno su di lui, alle brutte parole che si sentirà dire dai suoi compagni, alle giornate che passerà da solo. Ma Auggie ha un carattere particolare: è una persona tenace, coraggiosa, forte, simpatica e fortemente autoironica poiché scherza sul suo aspetto.
“So di non essere un normale ragazzino di dieci anni. Sì, insomma, faccio cose normali, naturalmente. Mangio il gelato. Vado in bicicletta. Gioco a palla. Ho l’Xbox. E le cose come queste fanno di me una persona normale. Suppongo. E io mi sento normale. Voglio dire dentro.
Ma so anche che i ragazzini normali non fanno scappare via gli altri ragazzini normali fra urla e strepiti ai giardini. E so che la gente non li fissa a bocca aperta ovunque vadano.
Se trovassi una lampada magica e potessi esprimere un desiderio, vorrei avere una faccia così normale da passare inosservato. Vorrei camminare per strada senza che la gente, subito dopo avermi visto, si volti dall’altra parte. E sono arrivato a questa conclusione: l’unica ragione per cui non sono normale è perché nessuno mi considera normale.
Ma in un certo senso posso dire che ormai mi sono abituato al mio aspetto fisico. So come fingere di non notare la faccia che fa la gente […]
Mi chiamo August, per inciso. Non mi dilungo a descrivere il mio aspetto. Tanto, qualunque cosa stiate pensando, probabilmente è molto peggio.”
Non sarà comunque facile affrontare questa esperienza ma troverà anche persone che lo aiuteranno: la famiglia che lo sostiene in ogni situazione e sua sorella Olivia che lo difende dagli sguardi indiscreti e dalle troppe attenzioni che gli versano contro. Il romanzo è diviso in capitoli ciascuno dei quali è anticipato da una citazione e narrato da personaggi diversi che raccontano la vicenda da vari punti di vista. Ma Wonder è anche un libro da ascoltare, costellato di parole, citazioni e frasi di canzoni che richiamano i nostri giorni. Come la parte in cui è riportata la canzone dei Green Day “Wake me up when September ends” che racconta una storia di tristezza, malinconia, solitudine e angoscia ma anche allegria e rinascita.

“Summer has come and passed
The innocent can never last
Wake me up when September ends
Ring out the bells again
Like we did when spring began
Wake me up when September ends”

L’autrice, R.J. Palacio, ha saputo interpretare perfettamente e con semplicità ciò che la vita ogni giorno ci dimostra: “non giudicare una persona dalla faccia”. Una citazione che è proprio il simbolo di ciò che ci circonda. Tutti abbiamo dei pregiudizi che ci costringono a stare lontano dalla verità. Per questo è un libro che ci è piaciuto molto, rappresenta infatti la vita che nessuno vuole avere ma in contrasto a questo, ci insegna numerose cose e ci fa vivere i sentimenti. Una storia profonda, piena di emozioni e con consigli da cui tutti noi possiamo prendere spunto. Una storia, quella di Auggie, che nella sua semplicità arriva dritta al cuore, colpisce nel punto giusto perché è un “inno” alla diversità, al sorriso, alla gioia, alla vita e a tutto ciò che ci porta a scoprire le persone con i nostri occhi. Toccante senza essere banale e patetico, “Wonder” è specchio del suo protagonista, ovvero un bambino che non ha bisogno di compassione e lacrime per essere accolto ed amato. Perché la diversità è un pregio, perché è meglio essere diversi che tutti uguali.