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Pirateria informatica: un fenomeno ancora diffuso ma possibile da abolire

Nascono piattaforme, come Together Price, che consentono alle persone di condividere il pagamento dell’abbonamento ai servizi come Netflix e Spotify, affinché il fenomeno della pirateria scompaia.

Uno dei fenomeni molto diffusi nel XXI secolo è sicuramente quello della pirateria informatica.
Con questo termine si indicano tutte quelle attività illecite effettuate tramite l’utilizzo di strumenti informatici.
Essa è un’attività svolta da chi, in maniera illegale, ottiene accesso a reti di informazione e archivi di dati informatici, copia programmi o dati riservati, oppure inserisce delle modifiche nella documentazione per ricavarne vantaggi non conformi alla morale.
La differenza con gli anni precedenti è che ora la società offre dei servizi all’avanguardia per le nuove esigenze, affinché questo fenomeno venga represso.
Spesso per comodità si preferisce vedere un film, una serie tv o un documentario, sul divano di casa propria, da soli o in compagnia, invece di recarsi nei centri appositi come cinema o teatri. Grazie ad aziende come Netfix è possibile fare tutto ciò in maniera legale e senza rischio di incorrere in una sanzione penale piuttosto severa. Perché sì, scaricare materiale coperto da copyright è un’attività rischiosa.
Tale fenomeno viene combattuto quotidianamente dalla Polizia postale, che con impegno cerca di abolire questa pratica.
Per la musica esistono programmi come Spotify , che è un servizio musicale che offre lo streaming on demand di una selezione di brani di varie case discografiche ed etichette indipendenti, così come iTunes e via dicendo. Inoltre, spesso si prevedono due tipi di utenze: una con abbonamento a pagamento, Premium, e una gratis, Free, così da non impegnare l’utente con un abbonamento non conforme alle sue possibilità economiche, o altro.
Esistono, infine, piattaforme come Together Price che consentono di trovare persone con cui condividere le spese di pagamento. Ciascun utente, infatti, che paga un abbonamento, da contratto ha diritto a condividere la visione con altre persone. Così anziché pagare i 15 euro mensili, si può avere lo stesso servizio con circa 3euro al mese.

 

Generazioni 2.0 – Paolo Ferrara 

Martina Aprile