Violenza sulle donne: il ruolo fondamentale della stampa.

Dal caso Weinstein alla realtà di tutti i giorni: cambiare il linguaggio per cambiare la società.

di Mirko Manset

5 ottobre 2017 il New York Times inizia l’effetto domino dello scandalo Weinstein: il rinomato produttore cinematografico è accusato di molteplici abusi ai danni di dipendenti e attrici. Dopo l’inchiesta del quotidiano statunitense sotto la firma di Ronan Farrow, che ha raccolto le prime denunce, il numero delle vittime a confessare di essere state abusate è salito precipitosamente coinvolgendo innumerevoli nomi del mondo dello spettacolo che hanno rotto il silenzio rivelando le violenze subite da Weinstein e come questo le convincesse a non parlare.

Parallelamente allo scandalo Hollywoodiano i casi di violenza sulle donne sono costantemente presenti nella cronaca italiana: quasi 2500 denunciati per stupro o abusi e ogni giorno si aggiungono sempre più casi. Tuttavia i numeri non rispecchiano la realtà perchè molto spesso le vittime hanno paura di parlare temendo le conseguenze, pertanto moltissimi episodi rimangono nascosti nel silenzio.

Ascoltare e comunicare: se le vittime trovano il coraggio di parlare, la stampa ha il dovere di rendere queste testimonianze in informazioni per la società rendendola più consapevole al fine di prevenire il problema fin dalla sua radice. Il quarto potere svolge dunque un ruolo fondamentale per combattere la violenza ma non sempre la comunicazione avviene nella maniera più corretta. Infatti la violenza di genere non può essere affrontata analizzando i singoli casi e non ricercando la causa fondamentale che accomuna tutte queste aggressioni: preconcetti e pregiudizi devono essere eliminati per garantire la parità dei sessi. Le notizie raccontano di raptus, gelosie, momenti di follia che quasi giustificano le terribili azioni degli aggressori ma quasi mai si analizza il contesto e la cultura in cui questi fatti avvengono: bisogna cambiare il modo di essere e di pensare, eliminando quegli stereotipi così naturali che appaiono quasi invisibili (“la donna debole” o “donna oggetto del desiderio” ).

Lo scandalo Weinstein non si allontana dai casi che vengono riportati nella cronaca italiana, anzi si sottolinea ancora di più la povertà culturale che purtroppo è presente in tutto il mondo, in qualsiasi contesto, da Hollywood alle provincie più piccole d’Italia. Se da un lato l’aumento delle denunce denota il crescente coraggio delle vittime ad aprirsi e parlare, dall’altro conferma l’esistenza e la forte presenza di questo fenomeno. È necessario un cambiamento importante nella mentalità di tutti perchè purtroppo il sessismo è profondamente inserito nella cultura attuale, anche se spesso non è evidente. Conoscere per combattere la violenza, e la stampa è il primo mezzo per cui la conoscenza si diffonde e per questo ha una grande responsabilità.

Quindi come riportare una notizia per prevenire la violenza? Innanzitutto non sminuire il caso: le parole delle vittime devono essere ascoltate e non ne va mai messa in dubbio la veridicità. Riconoscere il punto di vista femminile allo stesso modo di quello maschile perché il cambiamento culturale dipende da ognuno. Inoltre raccontare i fatti con un linguaggio che non discrimini in alcun modo il genere femminile e che descriva la realtà nel modo più fedele possibile evitando espressioni che giustifichino gli aggressori (depressione, tradimento ecc.). Infine affrontare direttamente, non solo le cause prossime, ma anche quelle profonde che vanno ricercate nella mentalità e nel pensiero che contengono ancora preconcetti spesso invisibili ma che devono essere esplicitati e quindi eliminati.

Per combattere la violenza sulle donne è dunque necessario un profondo cambiamento culturale che la stampa ha il dovere di sostenere dimostrando per prima di aver superato ogni barriera sessista tramite l’uso del linguaggio che riconosca l’effettiva parità dei sessi.