Il punto di vista degli studenti

“Non ho mai visto questo video in vita mia e chi dice di averlo visto sono cavolate, assolutamente cavolate.” Così esordiscono gli studenti dello storico Liceo Statale Virgilio di Roma riferendosi al presunto video pubblicato in rete e divenuto virale, il quale mostrava due ragazzi in un momento d’intimità durante l’occupazione che si è svolta dal 15 al 20 ottobre.

Ciò che ha suscitato scandalo dell’occupazione, oltre a questo video, è stata l’organizzazione di un festino all’interno dei locali scolastici con la presenza di buttafuori, biglietto d’ingresso, alcool, droga e bombe carta esplose nel cortile.

Questi eventi hanno suscitato la preoccupazione di insegnanti e genitori i quali hanno deciso di cambiare scuola ai propri figli; vi è stato inoltre l’intervento diretto della ministra dell’istruzione Valeria Fedeli, che si è proposta di incontrare gli insegnanti e i rappresentanti dei genitori per promuovere un dialogo con gli studenti.

Ad aggravare la situazione è la descrizione del liceo fornita dalla preside Carla Alfano, che lo definisce come un “covo di criminali figli di papà dove una minoranza mafiosa tiene in scacco una maggioranza omertosa”.

Gli studenti, e in seguito anche gli insegnanti, tramite una lettera indirizzata alla dirigente, si dissociano da tutto ciò, affermando che la criminalità non appartiene a quel posto e che non sono stati presi i giusti provvedimenti per risolvere determinati problemi interni.

Inoltre affermano di essere delusi e dispiaciuti per le accuse subite perché hanno sempre avuto a cuore il bene del liceo Virgilio, cercando di risolvere al loro meglio alcune situazioni.

Da pochi giorni la Questura ha smentito tutte le accuse spropositate sul traffico di eroina e cocaina all’interno dell’istituto in seguito a un controllo da parte della polizia con i cani anti droga, uno studente afferma oltretutto che “c’è un consumo di droghe leggere come in qualsiasi altra scuola di Roma ed è inevitabile”.

Alcuni dati mostrano come sia in crescita il numero di ragazzi che tra i 15 ai 19 anni assumono sostanze stupefacenti, spinti dal gruppo, dalla voglia di divertimento e di evasione ignorando i rischi che comportano.

Una parte degli studenti sostiene che dietro a queste accuse vi è un secondo fine, ovvero quello di far chiudere il liceo, il quale occupa un edificio di pregio nella Capitale. L’istituto ha sempre preparato al meglio i suoi studenti, i quali si sono distinti in svariati progetti offerti dalla regione come l’alternanza scuola-lavoro. Insegnanti e studenti lotteranno con tutte le loro forze per non far chiudere questo liceo che ha un ruolo fondamentale per il presente, ma soprattutto per il futuro dei ragazzi.

 

Martina Trani, Liceo Democrito