Un mondo di fame non sarà mai un mondo di pace

Andrea Grasso

Sono appena trascorse le vacanze natalizie. Sembra quasi di poter ancora sentire il profumo delle tavole imbandite, ricche di dolci fatti in casa, di pandori e di torroni. Per i più fortunati le festività si trasformano in occasioni per incontrare amici e parenti con cui trascorrere momenti piacevo-li, avvolti nel calore che emanano le prelibate pietanze cucinate apposta per essere condivise in queste ricorrenze. In questi casi i cibi costituiscono un elemento importante che contribuisce a dare un senso di benessere e di accoglienza.

Purtroppo però, durante le festività non tutte le tavole sono imbandite così abbondantemente, molte al contrario restano quasi vuote e questi momenti di festa non riescono a mutare la quotidianità di parecchie persone, che non hanno la possibilità di rendere queste giornate occasioni speciali. Anzi, in queste circostanze viene maggiormente messa in risalto la condizione di povertà in cui molti sono costretti a vivere.

Sono i bambini meno fortunati a soffrirne di più perché sono soprattutto loro che, essendo più fragili, risentono della mancanza di questi momenti di calore e di affetto, che invece rimarranno custoditi nei cuori dei piccoli più fortunati. La vita di questi ultimi è scandita da molti momenti, nell’arco di una giornata, dedicati alla consumazione del cibo.

Al contrario, i bambini che vivono in condizioni di povertà, spesso non hanno la possibilità di consumare nemmeno un pasto al giorno e purtroppo, molti di loro non riescono a diventare grandi. Sembra scontato affermare che ognuno debba avere il diritto di possedere una quantità di cibo sufficiente per il proprio sostentamento, purtroppo però in alcune realtà persiste ancora oggi il problema della fame, ingiusto per la dignità di ogni essere umano.

Attualmente alcune organizzazioni a livello mondiale stanno cercando di intervenire nel tentativo di porvi rimedio. Ad esempio, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in occasione del summit del 25-27 settembre 2015 sullo sviluppo sostenibile, ha stilato un elenco contenente diciassette punti che hanno come fine l’abolizione della povertà nei Paesi me-no sviluppati. Il secondo obiettivo dei diciassette punti presi in considerazione, mira in particolare a porre fine alla fame in tutte le sue forme. L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite afferma che, per rendere possibile il conseguimento di questo difficile ma indispensabile obietti-vo, ogni Paese dovrebbe avere pari opportunità e diritti: all’interno di ogni nazione le condizioni economiche e, di conseguenza, quelle alimentari, dovrebbero essere equilibrate.

Per fare in modo che ciò avvenga, è stata proposta l’attuazione di un’agricoltura sostenibile, rispettosa per l’ambiente e, cosa più importante, fondamentale per la costituzione di un equilibrio economico a livello mondiale perché essa riesce a far fronte alle esigenze alimentari non solo dei Paesi industrializzati, ma anche di quelli in via di sviluppo. L’attuazione di questo tipo di agricoltura darebbe inoltre la possibilità di ottene-re prodotti più salutari.

Uno degli obiettivi proposti dall’Assemblea delle Nazioni Unite riguardo alla problematica della fame nel mondo, è porre fine a tutte le forme di malnutrizione e ciò potrebbe essere reso possibile proprio tramite la diffusione di alimenti sani e naturali che garantiscano ai consumatori un’elevata sicurezza alimentare e di conseguenza un miglioramento della nutrizione. Sono dell’avviso che l’attuazione di tecniche agricole basate sulla coltivazione sostenibile e biologica e il tentativo di garantire una maggiore sicurezza alimentare siano fattori essenziali per cercare di ridurre la povertà e la fame nel mondo. Sicuramente raggiungere questo obiettivo non sarà semplice: sarà un percorso costellato di difficoltà e di ostacoli e i miglioramenti saranno quasi impercettibili ma credo che, pian piano, passo dopo passo, mettendo in pratica queste iniziative con la collaborazione di tutti gli Stati, si otterranno degli ottimi risultati.

Secondo me è indispensabile tentare di trovare una soluzione per arginare e ridurre la fame nel mondo perché è impensabile che alcune persone non abbiano cibo sufficiente per vivere, mentre altre ne hanno talmente tanto che non esitano a sprecarlo. Dovrebbe essere quindi data la massi-ma importanza a questa iniziativa. Credo infatti che ci sia una ragione ancora più pressante ed essenziale per cui sia necessario fare tutto il possibile e impegnarsi al massimo per provare a perseguire questo obiettivo: istante dopo istante si ottengono moltissimi miglioramenti nel settore tecnologico, si fanno scoperte rivoluzionarie e innovative in campo scientifico, ma che valore ha tutto questo di fronte alle migliaia di persone che ogni giorno colpevolmente la-sciamo morire a causa della mancanza di cibo? Ciò, oltre ad essere estremamente ingiusto, è motivo di numerosi conflitti.

Penso che dovrebbe essere una priorità assoluta tentare di porre rimedio a questo problema perché sono convinto che, proprio come afferma Kofi Annan, 7° segretario generale delle Nazioni Unite, “un mondo di povertà e fame non sarà mai un mondo di pace”.

 Liceo Scientifico e delle Scienze Umane O.M. Corbino Siracusa