The end of the fu***ng world

Buttarsi, provarci, amarsi, piangere, ridere, baciarsi, odiarsi, urlare, scappare, restare, sono i verbi migliori che possano descrivere in breve questa a dir poco eccezionale serie televisiva dal titolo “The end of the fucking world”.
A volte ci incuriosisce il fatto di continuare a guardare o vivere una cosa per noi nuova o fuori dal normale, magari che consideriamo strana o inquietante, un po’ come i film horror o i gialli, se vogliamo fare un paragone un po’ forzato.
“Leggere attentamente il foglio illustrativo”, dove per “foglio illustrativo” si intende questa concisa recensione, grazie alla quale correrete ad accendere il computer, il tablet o il vostro smartphone per buttarvici con un perfetto ma un po’ precipitoso tuffo di testa, è una delle cose di cui voglio avvertirvi.
L’unica caratteristica della quale non rimarrete a bocca aperta (perché posso assicurare questa reazione alla fine di ogni episodio), è il fatto che come protagonisti ci siano due adolescenti, Alyssa e James. Ciò che, al contrario, rende il tutto molto interessante è sicuramente il loro carattere. Alyssa: 17enne che più 17enne non si può, vive in una famiglia composta da una madre succube di tutto, da un padre assente, infilato chissà dove nel mondo a fare chissà cosa, dal nuovo compagno della madre, per il quale utilizzare l’aggettivo “stupido” sarebbe assolutamente fargli un complimento, e da due stupendi gemelli, unici due membri della famiglia contro i quali la ragazza non infierisce. Alyssa non ha amici né amiche, non ama i cellulari, detesta la propria città e le persone che vi ci vivono, odia la normalità e la noia e non le interessa minimamente cosa sia giusto, sbagliato, legale o non legale. Alyssa è stufa di questo mondo noioso e di queste persone così noiose, tanto da spingersi a vivere un’avventura con un neo-serial killer. Quest’ultimo non è altro che James, ragazzo 18enne totalmente fuori dal mondo, abituato fin da piccolo a uccidere animali come poveri gatti o innocenti conigli con il suo coltello da caccia regalatogli dal padre alla tenera età di 13 anni. Inizialmente da lui sentiremo solo battute a monosillabi, ma posso assicurarvi che è un personaggio rivelazione. Timido o forse solo intento a pensare a come uccidere qualcosa di più importante di un animale, James è un ragazzo solo, cosa che sicuramente non gli dispiace, che odia tutto ciò che possa collegarsi con l’interagire tra persone, che detesta il padre, un uomo sulla mezza età apparentemente preoccupato solo dal fatto dell’incerta sessualità del figlio al quale, nonostante ciò, alla fine vuole molto bene, e che odia le emozioni, le quali è sempre riuscito ad inglobare in una bolla e ad allontanare con un soffio leggero.
Signori e signore, tentando di non spoilerarvi troppe cose, voglio dirvi che i nostri due cari ragazzi avranno a che fare con un’esperienza a dir poco raccomandabile, ma del tutto esilarante per noi che la osserviamo da interessati spettatori. Sarà in primis per loro ma alla fine anche per noi un’avventura assurda, alla quale, oltre a varie rapine, un po’ di sangue qua e là e una serie di strani incontri, dobbiamo aggiungere un pizzico di amore, quanto basta di lacrime, un po’ di malinconia, un sacco di paura e qualche tipica scemenza da adolescente. Evaderanno da un mondo dal quale hanno sempre cercato di evadere, si scontreranno, cercheranno riparo uno nelle emozioni dell’altro e scopriranno tante cose che prima nemmeno si sognavano di pensare. Saranno solo loro due, su una macchina di loro proprietà (o forse su quella di qualcun altro), con i loro soldi (o con quelli di qualcun altro) ma con le sole loro sensazioni a far sì che qualcosa di strano e piacevole nasca.
Posso garantire che tutto ciò che state pensando certamente… non si verificherà.
Sofia Ranfagni Picchianti – Classe 3C