Intervista a Claudia Ruza Djorjevic

Claudia Ruza Djordjevic è il nome della ragazza di cui segue l’intervista. Ragazza Rom di 19 anni, se non attrice protagonista del film “Io Rom Romantica”, il quale racconta l’esperienza della sua stessa regista, una ragazza Rom sognatrice e ribelle alla sua cultura. Nel film sono presenti anche diverse scene le quali presentano il fenomeno del solito gagè ostile ai Rom, che dà retta agli stereotipi ed alle sue impressioni personali. Verranno chieste a Claudia delle opinioni in merito e delle informazioni sulla sua cultura.

 

Intervista a Claudia Ruza Djorjevic:

Si pensa spesso che i Rom vogliano rimanere nei campi e si oppongano a cambiare abitudini, al traferirsi in appartamenti ed adattarsi alla vita mondana lavorando. Tu che vivi attualmente in un vero e proprio appartamento, come ti trovi in questa nuova condizione e cosa percepisci dalla tua famiglia? Vorrebbero tornare al campo o sono felici e stanno cercando (o hanno) un lavoro?

C: Io prima vivevo in un campo e sinceramente mi trovo meglio nell’appartamento perché è proprio una vera casa, non come un campo. I miei genitori sono contenti, cercano un lavoro.

-Nel film “Io Rom Romantica” facendo l’autostop il tuo personaggio rimedia il passaggio di una gagè che non ti riconosce in quanto Rom e presenta il solito discorso antizigano. Nella vita reale ti è mai successo qualcosa del genere? Per la maggior parte dei casi, tu e la tua famiglia che rapporto avete con i gagè?

C: Non mi è mai capitato per fortuna. Ora in appartamento abito in mezzo ai gagè e mi trovo bene. Come si dice: “l’apparenza inganna” perché dalle voci che girano pensano sempre “questi sono così, sono colà” , e invece no; alla fine quando ti conoscono veramente vedono la persona che sei e non badano a queste cose.

-Tu cosa desideri fare nella vita? Le tue cuginette ti prendono in giro in quanto “vecchia” e “senza marito”, un po’ come nel tuo film, cosa pensi a questo proposito? I tuoi genitori sono pressanti come quelli nel film?

C: No, i miei genitori sono modelli rispetto ai soliti genitori Rom. Non mi pressano. Io anche adesso avrei dei figli, li desidero, ma a casa non mi fanno pressione. Ci sono genitori al campo che ci tengono di più ma non è una cosa che pensano tutti.

-Rimanendo nell’anonimato, secondo te, su tutti i Rom che conosci, in quanti rubano? E perché lo fanno?

C: Vabbe, diciamola tutta; tutti rubano; italiani, rom, non rom. Quelli che lo fanno spesso è per mantenimento, perché se vai a chiedere lavoro non te lo danno in quanto sei Rom. Cercando lavoro non lo trovano perché devi avere un titolo di studio e certi Rom non studiano, non so perché. Secondo me tutti vorrebbero una casa ma siccome non te lo puoi permettere rimani al campo.

-Quante famiglie Rom conosci che vivono come te in un appartamento e sono in regola?

C: Poche, pochissime. Sarebbero 3 su 100 che abitano in un appartamento, ovviamente solo case popolari perché nessuno se le può permettere.

-Tu e la tua famiglia avete la cittadinanza italiana o avete fatto richiesta per averla?

C: Si, la maggior parte siamo italiani a casa. Al campo la maggior parte dei ragazzini che sono nati qui fanno la richiesta  a 18 anni e gli danno la cittadinanza senza problemi.

-Che grado di istruzione hai perseguito? Cosa vorresti fare in futuro?

C: Ho fatto fino alla terza media, poi ho avuto questa opportunità di fare il film, ho fatto un po’ di scuola di teatro e poi ho smesso. All’inizio andavo alle superiori ma per il film ho lasciato. In futuro non lo so, se mi chiamano per fare un film è certo che ci vado ma vorrei anche avere una famiglia.

-Pensi che si possa avere una famiglia e allo stesso tempo lavorare?

C: No, penso proprio di no. Perché ti devi occupare dei figli in quanto donna, perché da noi è il marito che lavora e la moglie sta a casa e si occupa dei figli e fa la casalinga.

Si chiude quest’articolo con un proverbio;  mai fare di tutta l’erba un fascio. Sapendo che la violenza e la polemica non porteranno mai da nessuna parte e che non è possibile né sensato riaprire i Lager, la miglior cosa da fare, se non l’unica, è gestire meglio il proprio pensiero e, sul piano concreto, il lavoro e l’istruzione.

Nina Lambarelli