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Intervista alla Prof.ssa Lombardo e ad una lavoratrice musulmana

TRAPANI- Gibellina è un comune siciliano di 3000 persone, fa parte dell’ambito scolastico di Trapani. L’Istituto Garibaldi – Paolo II Salemi/Gibellina, essendo scuola capofila di un progetto contro le nuove forme di tratta, ha organizzato un corso di “Giornalismo nelle Scuole”, con la giornalista dott.ssa Antonella Lusseri.

I ragazzi della scuola secondaria di primo grado di Gibellina hanno intervistato la Prof.ssa Lombardo Doriana (fiduciaria del Plesso e docente di lettere) su alcuni problemi legati all’immigrazione.

Hanno anche intervistato una lavoratrice musulmana presente in quel giorno a scuola per la distribuzione dei pasti della mensa scolastica.

Nell’ intervista alla Professoressa Lombardo sono stati tanti gli aspetti trattati.

Un’attenta riflessione si è data alla situazione degli emigranti e alle loro terribili esperienze per giungere fino alle coste meridionali dell’Italia.

La Professoressa fa riflettere su questa problematica: “La tratta degli schiavi neri  africani avvenuta attraverso l’Oceano Atlantico fra il XVI e il XIX secolo, viene paragonata con il traffico degli esseri umani attuale, e La Lombardo mette in evidenza gli aspetti analoghi,  in primo luogo l’aspetto della schiavitù, oggi non legalizzata, ma effettiva. Nella seconda domanda “Cosa pensa del fatto che, se una persona  di Etnia diversa commette un crimine, le persone pensano che tutta la sua nazione  abbia un alto tasso di criminalità?”

La Prof.ssa risponde che è assolutamente contraria, parla del fatto che è sbagliatissimo partire dall’ individuale e arrivare al collettivo e dunque generalizzare poiché questo è l’aspetto più drammatico che genera la xenofobia.

Terza domanda: “Secondo lei è possibile come dicono molti rimandarli nel proprio paese?” La professoressa afferma che sarebbe possibile ma che per lei è  una cosa impensabile che questo accada  visto e considerato che queste persone scappano dalla guerra.

Poi si sofferma sul dire che anche noi siamo stati, in passato, un paese da cui le persone scappavano per la povertà e per la miseria.

Infine i ragazzi  chiedono  perché  nelle classi non si può più tenere  il crocifisso.

La Prof.ssa ricorda che la scuola non è cristiana bensì laica, e che noi affondiamo le nostre radici nel cristianesimo e il crocifisso ne rappresenta un simbolo e cita una frase di Umberto Eco “gli ospiti dovrebbero rispettare le tradizioni e le radici dei paesi ospitanti”. Come domanda finale i ragazzi chiedono: “Come reagisce quando vede una persona immigrata per strada? Ed è d’accordo sul fatto di ospitare queste persone di etnia diversa in Italia?” La Prof.ssa conclude dicendo che è assolutamente d’accordo e dice che anche l’Italia è stato un paese emigrante e non sarebbe giusto rimandarli a casa.

La seconda intervista è stata rivolta ad una signora di origini musulmane; i ragazzi le fanno tre domande, la domanda iniziale:” Cosa ti manca del tuo paese?” Lei risponde dicendo che le manca soprattutto la sua famiglia.

Come seconda domanda i ragazzi le chiedono; “Qual è la cosa che ti piace di più dell’Italia?” Lei risponde che le piace tutto dell’Italia. Come domanda finale i ragazzi chiedono: “Si è mai sentita discriminata da un italiano?” Lei risponde che non si è mai sentita discriminata, è riuscita a introdursi benissimo in Italia, ha un marito italiano e anche una figlia italiana e si trova benissimo a lavorare insieme agli Italiani.

Dalla redazione dell’I.C. “Garibaldi Paolo II” di Salemi/Gibellina

 Scuola Secondari I grado 

Classe: 2°A  

      Cascio Antonino, Capo Salvatore, Tritico Enrico, Tarantolo Ilenia