Scuola: ne vale la pena?

Conobbi la parola “scuola” circa undici anni fa, molto tempo prima di doverla incontrare da vicino (sulla mia pelle) e, quando mi fu sbattuta in faccia, soltanto qualche anno dopo, non avrei mai voluto conoscerla davvero. Almeno è quello che sento dire spesso quando parlo con qualcuno che è da poco in questo mondo: compiti a casa preceduti da ore ed ore passate a sedere davanti ad un banco. Ed ogni volta mi viene da ridere quando sento questi preadolescenti da quasi-scuola media che si lamentano, quando io vorrei essere al posto loro.
Molte volte, quando mi riduco a finire i compiti alle undici di sera, assonnato e ricoperto di sudore, vorrei ritornare indietro: pensare a quanto stavo bene. Le ricreazioni di mezz’ora che non ci bastavano mai, le battaglie di cibo a mensa. Dopotutto, però, tra qualche anno, quando saremo fuori da questo “inferno” ripenseremo ai bei momenti che adesso non ci stiamo godendo.
Ripensandoci, una scuola perfetta non sarebbe semplice, intendo una come avrei sempre voluto. Una scuola semplice, pensandoci bene, non ti aiuta a migliorare e non insegnerà mai nulla di nuovo.
Compiti a casa? Ovvio! Sono l’incubo degli studenti, quelli che nessuno ha mai voglia di finire, sono proprio secondo me anche il punto più importante per la nostra maturità (anche se di certo non il più divertente). Forse una scuola migliore potrebbe mettere da parte le continue minacce dei professori per il poco studio (quello su cui noi studenti non siamo mai d’accordo), il mal di pancia per le interrogazioni, anche in quelle in cui ti senti più sicuro, quelle che a volte sono anche seguite da un balbettio continuo (almeno nel mio caso). È la scuola, bellezza…

Edoardo Merlini
Liceo Classico “Galileo” di Firenze – Classe 1F